“Vediamo le cose non come sono, ma come siamo”, diceva un grande regista italiano, Dino Risi. Ed, evidentemente, l’Italia è un Paese dove la famiglia è – e rimane – un punto di equilibrio del sistema economico e sociale.
Dalla ricerca che 50&Più ha realizzato in collaborazione con Format Research (L’emergenza Covid-19, primi sintomi di impatto sociale e prospettive nel nuovo periodo), e che abbiamo presentato nel numero scorso, emerge infatti in modo schiacciante il ruolo delle reti familiari in questa crisi: il 73% degli intervistati le riconosce come fondamentali, il 50,8% dei pensionati, in particolare, ha supportato economicamente la propria famiglia.
Questa immagine di aiuto, supporto e coesione sembra forse un po’ in contrasto con il racconto che della popolazione anziana si è fatto nel corso della pandemia; anche nelle ultimissime settimane si è molto parlato della generazione over 60 come vittima degli scandali delle Rsa e protagonista della campagna vaccinale, mettendo in luce alcune fragilità del sistema.
Come emerge proprio dalla ricerca che citavo prima, la fascia più anziana della nostra società ricopre anche un ruolo diverso, più silente ma decisamente anticiclico: quello di stabilità durante i momenti di crisi e incertezza. I pensionati solo nel 3,7% dei casi hanno subìto una riduzione della pensione. E come sempre hanno dato una mano alle loro famiglie.
Famiglie per le quali, nondimeno, gli anziani sono molto preoccupati: il 73,7% ha dichiarato di essere maggiormente in pensiero per il benessere della propria famiglia nell’arco dei prossimi tre anni, facendo seguire l’ansia per il lavoro, le relazioni sociali e, addirittura, la salute. Alla preoccupazione si abbina quindi un certo pessimismo: il 70,2% degli intervistati, infatti, crede che l’Italia del prossimo futuro sarà un Paese fortemente impoverito e con scarse prospettive di crescita.
Ma l’ansia non si trasforma in apatia: gli anziani vogliono rendersi utili. Il 71% si dice disposto a impiegare tempo e risorse alla cura della famiglia e, nel 51,8% dei casi, ritiene che il nucleo familiare sia il primo valore su cui investire per assicurare la coesione sociale tra i cittadini. Insomma, se alla fine “le cose sono come siamo”, i cinquanta e più del nostro Paese hanno tutta l’intenzione di continuare a dare una mano per rendere “le cose” migliori.
E lo fanno, certo, per i propri figli, per i propri nipoti, per le proprie famiglie, ma finendo per aiutare il futuro di tutti.
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