In occasione del decimo anno di pontificato di Papa Francesco, giunto al suo ottantaseiesimo anno di età, The Washington Post ha voluto intervistarne un coetaneo: il Presidente di 50&Più Novara, Stefano Spaini.
Cosa significa avere 86 anni oggi? Se lo è chiesto Chico Harlan, giornalista di The Washington Post, che ha voluto indagare la vita di alcuni senior che hanno raggiunto questo traguardo. Ma perché proprio 86 anni? Perché non 80, 85 o magari 90? Perché questa è l’età di Papa Francesco che lunedì scorso ha festeggiato il suo decimo anno di pontificato. Un esempio di anzianità attiva, un uomo che viaggia in paesi piegati dai conflitti, che tiene discorsi davanti a piazze piene e folle vastissime. Una figura che proprio recentemente ha affermato di non aver alcun motivo per abbandonare il proprio lavoro.
Il significato e il valore dell’anzianità nelle parole di Papa Francesco
E, in effetti, quando si parla di anziani (di persone che hanno festeggiato gli 86 anni come in questo caso) spesso alcuni luoghi comuni rischiano di prendere il sopravvento. Non sono rare quelle situazioni in cui senior vengono ritenuti “troppo vecchi” per svolgere alcune attività o sostenere certe conversazioni. Così come non sono rare, al contrario, quelle circostanze in cui vengono trattati con estrema condiscendenza, considerati “fragili” ancor prima di conoscerne le effettive capacità cognitive, psicologiche o fisiche. Questi sono due aspetti dell’ageismo, di quella discriminazione basata sull’età di cui proprio Papa Francesco ha parlato più volte lo scorso anno. Nel 2022, infatti, il Papa ha pronunciato numerosi discorsi legati al significato e al valore della vecchiaia, in cui ha raccontato come gli anziani siano spesso visti come un “peso” e non come una risorsa.
The Washington Post incontra 50&Più
Da qui è partito The Washington Post, quotidiano statunitense, che ha voluto indagare come vivono e percepiscono l’anzianità coloro che hanno raggiunto 86 anni nel Paese più longevo d’Europa. L’appello è stato raccolto da Confcommercio Salute, Sanità e Cura che, come 50&Più, fa parte della grande rete di Confcommercio. Così è iniziata la ricerca di ottantaseienni che avessero voglia di raccontare la propria storia.
E a rispondere è stato Stefano Spaini, Presidente di 50&Più Novara, che alla testata americana ha fatto vivere proprio il giorno del suo ottantaseiesimo compleanno. Dal momento del risveglio con il cane che saltava sul letto festoso alle telefonate di auguri degli amici fino al pranzo associativo – caduto casualmente il giorno del compleanno – con 88 persone. La storia di Stefano è raccontata nel dettaglio, partendo dal suo impegno nelle associazioni, nei comitati locali e nelle società sportive. Si racconta della sua voglia di stare insieme agli altri, della sua carriera come venditore di vini, fino al pranzo in cui a sua insaputa lo hanno festeggiato, dimostrandogli l’affetto che lui stesso ha saputo regalare agli altri.
Avere 86 anni: le storie di altri coetanei
E poi c’è la consapevolezza di dover lasciar andare alcune cose, la necessità anche di saper dire basta, di passare il testimone. Una riflessione che Spaini confida al giornalista e che si ritrova anche nelle storie riportate dai coetanei. C’è quella di Luigi Guantario, che ha lavorato per l’agenzia spaziale italiana e oggi si pone ogni giorno piccoli obiettivi realizzabili. Oppure c’è Padre Franco Imoda, sacerdote gesuita che ancora dirige il consiglio di istruzione in un liceo di Roma e crede nella buona fortuna e in un’ottima dieta.
O, ancora, Angela Gatto, ex insegnante, che vive in una casa di cura fuori Roma ed è spaventata all’idea di vivere più a lungo. Fuori dall’Italia, poi, ci sono le storie di Nadia Gindy, professoressa di inglese in pensione al Cairo; di Koichi Miura, ex leader di una squadra di baseball sull’isola settentrionale giapponese di Hokkaido; Loucas Christophorou di Atene, scienziato nucleare alle prese con il suo 39esimo libro e Shuaibu Mohammed, che vive nel nord-est della Nigeria e lavora ancora come falegname.
L’impegno di Confcommercio Salute, Sanità e Cura per i senior italiani
Ma quella dei senior attivi è solo una faccia della medaglia dell’anzianità in Italia. Secondo il Censis, sono oltre 2,8 milioni gli anziani non autosufficienti rappresentando il 20,7% sul numero totale di anziani, ma l’81% del totale dei non autosufficienti in Italia. Molti di loro devono ricorrere al supporto di caregiver specializzati e di strutture che sappiano rispondere ai loro bisogni. Un aspetto caro a Confcommercio Salute, Sanità e Cura che mette al primo posto del suo operato non solo l’efficienza dell’assistenza, ma l’umanità della cura. “Fare la nostra parte nel progetto relativo al reportage del Washington Post, al fianco di 50&Più, era doveroso”, ha commentato Luca Pallavicini, presidente di Confcommercio Salute.
“Esser stati avvicinati da uno dei quotidiani più prestigiosi al mondo per approfondire un tema così importante è motivo d’orgoglio per tutti noi e testimonianza che il nostro lavoro sta lasciando il segno. La tutela degli anziani fragili e delle loro famiglie, per chi come la nostra organizzazione rappresenta le imprese operanti nella macroarea del sociosanitario – sottolinea Pallavicini – deve essere affiancata necessariamente dalla volontà di promuovere un cambio di paradigma nell’approccio culturale e operativo verso il settore dei LEA (livelli essenziali di assistenza, ndr), in cui strutture e operatori possano essere parte integrante di un processo di crescita efficace ed efficiente. Da un lato gli operatori virtuosi e dall’altro la persona assistita, che deve essere al centro: rispettandone dignità e unicità, tornando a concentrarsi sul tema cruciale dell’umanizzazione delle cure e intendendo i luoghi di cura e assistenza come luoghi, prima di tutto, di vita”.
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