Dalla crisi dello Studio Ovale alla ‘pace di San Pietro’, poco prima dei funerali del Papa Francesco. Ma cosa si sono detti Donald Trump e Volodymyr Zelensky?
La foto probabilmente passerà alla Storia. Trump e Zelensky, uno di fronte all’altro, sotto le navate della Basilica più importante della cristianità, a ricomporre quel filo che si era spezzato il 28 febbraio scorso, dopo il clamoroso litigio tra i due nello Studio Ovale. Fu l’inizio di una crisi diplomatica senza precedenti tra Stati Uniti e Ucraina.
Trump e Zelensky da soli l’uno di fronte l’altro
Alla fine però l’incontro c’è stato. Definito “possibile” alla vigilia da Donald Trump, rimasto in bilico dopo che Volodymyr Zelensky aveva paventato l’ipotesi di non potersi recare a Roma per partecipare a “riunioni militari” a Kiev, i due sono finiti l’uno di fronte all’altro per una quindicina di minuti all’interno della Basilica di San Pietro poco prima dell’inizio dei funerali di Papa Francesco. Sotto gli occhi di milioni di persone.
Due mesi dopo quello scontro in diretta mondiale, il clima sembra essere cambiato. Trump, sostenendo che un accordo sulla guerra in Ucraina è a portata di mano, è tornato a sollecitare con toni perentori Zelensky perché firmi “immediatamente” l’accordo sulle terre rare. Intanto ha continuato a lavorare per un riavvicinamento alla Russia. Il giorno prima il suo inviato, Steve Witkoff, aveva incontrato per tre ore il presidente russo, Vladimir Putin, al Cremlino.
Il giallo di Macron e la terza sedia levata all’ultimo momento
Prima del loro faccia a faccia i due presidenti hanno dialogato per qualche minuto all’interno della Basilica con il presidente francese, Emmanuel Macron, ed il primo ministro britannico, Keir Starmer. Poi un piccolo giallo. Macron si è avvicinato a Trump e Zelensky mentre stavano iniziando il bilaterale e sullo sfondo erano ben visibili tre sedie rosse, ad indicare la possibilità di un incontro tripartito. Pochi secondi dopo una sedia è stata tolta da uno degli inservienti e Macron si è allontanato.
Cosa si sono detti Trump e Zelensky in quei quindici minuti
A questo punti, la chiave di tutto – per gli sviluppi dei prossimi mesi – è cosa si sono detti Trump e Zelensky. Il direttore della comunicazione della Casa Bianca, Steven Cheung, ha parlato di una discussione “molto produttiva”. Zelensky, dal canto suo, ringraziando Trump su X, ha dichiarato che si è trattato di un incontro “molto simbolico che ha il potenziale per diventare storico, se raggiungeremo risultati congiunti”. Il leader ucraino ha ribadito la necessità di un “cessate il fuoco completo e incondizionato e di una pace affidabile e duratura che impedisca lo scoppio di un’altra guerra”.
Il colloquio tra i due ha seguito l’offerta “finale” presentata la scorsa settimana da Trump a Ucraina e Russia per mettere fine alla guerra: riconoscimento statunitense della Crimea come parte della Russia e riconoscimento ‘de facto’ dell’autorità russa sulle aree occupate. Un piano che non convince Zelensky, il quale anzi ha ribadito che la Crimea appartiene all’Ucraina e che la posizione di Kiev a riguardo non è cambiata.
Secondo il New York Times, il presidente ucraino potrebbe aver parlato con il tycoon di una controproposta che l’Ucraina, insieme a Regno Unito, Francia e Germania, ha presentato mercoledì scorso a Londra all’inviato di Trump, Keith Kellogg. Questo piano vedrebbe, tra i vari punti, l’assenza di restrizioni sulle dimensioni delle Forze armate ucraine, la presenza “un contingente di sicurezza europeo” sostenuto dagli Stati Uniti da dispiegare in territorio ucraino per garantire la sicurezza, e l’uso degli asset russi congelati per riparare i danni di guerra.
Meloni, ‘giorno storico per l’Italia’
Durante il vis-à-vis, come riferisce una nota della Presidenza del Consiglio, i leader ribadiscono “il sostegno agli sforzi del presidente Trump per il raggiungimento di una pace giusta e duratura, capace di garantire un futuro di sicurezza, sovranità e libertà all’Ucraina”. Meloni esprime a Zelensky le condoglianze del governo italiano per le vittime dei recenti attacchi russi, sottolineando l’urgenza “di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, nonché della necessità di un impegno concreto da parte di Mosca per l’avvio di un processo di pace”. La presidente del Consiglio ha apprezzato “la piena disponibilità dell’Ucraina per un immediato cessate il fuoco”, ma “ora ci si attende che anche la Russia dimostri concretamente la propria volontà di perseguire la pace”, ribadisce Palazzo Chigi.
Zuppi, ‘incontro Trump-Zelensky, è merito diplomazia Papa Francesco’
“L’incontro tra Trump e Zelensky è stato il miracolo della diplomazia di Papa Francesco”. Lo ha affermato, in un colloquio con ‘la Repubblica’, il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi dopo il faccia a faccia tra Trump e Zelensky a San Pietro. “Papa Francesco ha fatto il miracolo, perché ha messo insieme, a parlare, nel giorno del suo funerale, Trump e Zelensky – ha detto Zuppi -. I problemi si risolvono solo parlando, Francesco ha sempre predicato il dialogo e a me Zelensky è sembrato più contento, poi bisognerà vedere quali saranno le evoluzioni, ma è stato un momento importante e comunque il risultato della diplomazia di Papa Francesco”.
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