Ancora una volta la Cassazione afferma che, in caso di inadempienza del genitore, l’onere del mantenimento dei figli ricade sui nonni.
Se un genitore non riesce a provvedere al pagamento dell’assegno di mantenimento per i figli, i nonni devono farsene carico. La Corte di Cassazione interviene nuovamente su una vicenda iniziata nel lontano 2010, quando il tribunale di Velletri (Roma) impose ai nonni paterni il pagamento parziale dell’assegno di mantenimento spettante al figlio separato.
La vicenda iniziale
Si trattava per l’esattezza di 200 dei 350 euro fissati dal giudice nel corso della separazione, da destinare alla madre del minore. Il Tribunale era intervenuto per l’inadempienza del padre che all’epoca viveva con i genitori, i quali si erano opposti al versamento presentando un ricorso. Ma i giudici danno loro torto: le condizioni economiche della madre e del bambino non erano tali da permettere di rinunciare al sostegno. Un sostegno che proprio la nonna paterna aveva potuto offrire fino a quel momento, grazie all’arrivo di un’eredità (che il padre aveva rifiutato).
Il ruolo di “sussidiarietà” dei nonni
A questo punto è proprio lei a rivolgersi alla Suprema Corte per chiedere di essere sollevata dal versamento, ma anche stavolta senza successo. Infatti, spiegano i giudici “l’obbligazione solidaristica, sussidiaria e subordinata grava proporzionalmente su tutti gli ascendenti di pari grado indipendentemente da chi sia il genitore che ha creato l’insorgenza dello stato di insufficienza dei mezzi economici”. In parole povere, come recita l’articolo 316 bis del Codice Civile, se i genitori non mantengono i figli tocca ai nonni, in quanto ascendenti più prossimi, farsene carico. A questo punto alla nonna non resta che chiamare in causa la sua omologa materna, come prevede la legge, ma anche qui senza successo. La Cassazione, infatti, mette la parola fine: l’onere tocca sempre a lei sola, perché la chiamata in giudizio è arrivata tardi. I giudici infatti non hanno potuto valutare fin dal principio della vicenda le disponibilità economiche dell’altra per valutarne un possibile intervento nelle spese per il nipote.
Il principio della Corte
Il coinvolgimento dei nonni nel mantenimento dei nipoti quando i genitori non hanno mezzi sufficienti per le esigenze primarie di figli è stabilito per legge. Da qui, per assimilazione, l’obbligo di corrispondere gli alimenti. Dunque il pronunciamento delle Corte non è in sé eccezionale ed ha numerosi precedenti, ma fa riflettere. Il principio fondante della sentenza è il diritto di solidarietà all’interno della famiglia, per cui se un membro non ha i mezzi di sussistenza, il parente più stretto in linea di ascendenza è chiamato a provvedere. Certo la Cassazione dà un giudizio di legittimità e non di merito, ma mai come in questi ultimi anni i nonni si pongono come veri pilastri economici della famiglia: all’occorrenza baby sitter tuttofare, aiutano economicamente figli e nipoti con risparmi e pensioni. Tanto che, sottolinea l’Istat, la presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari “vulnerabili” riduce sensibilmente l’esposizione al rischio di povertà.
© Riproduzione riservata