È allergia o Coronavirus? Nuova stagione, nuovo dilemma. Finora i dubbi sono stati altri: è influenza, raffreddore o è Covid-19? Chiunque si sia ammalato durante l’inverno deve esserselo chiesto.
Ma con l’arrivo della primavera e l’aumento dei pollini nell’aria le cose potrebbero complicarsi ulteriormente. Come si fa a sapere se gli starnuti, la tosse secca, la gola irritata, il naso intasato, gli occhi che lacrimano sono i soliti sintomi dell’allergia stagionale oppure sono indizi di un possibile contagio da Sars-Cov2?
A fare chiarezza è intervenuta di recente l’Associazione allergologi immunologi territoriali e ospedalieri (Aaiito) che ha diffuso un vademecum in 6 punti per distinguere l’allergia stagionale dall’infezione da Coronavirus.
I SINTOMI SONO DIVERSI
Attenzione alla febbre. Secondo gli esperti la prima grande differenza consiste nell’aumento della temperatura corporea che avviene nell’infezione virale ma è assente nelle riniti allergiche.
Un altro fattore importante da valutare è l’efficacia o meno delle terapie farmacologiche. Le difficoltà respiratorie dovute all’allergia si risolvono in breve tempo ricorrendo alla terapia antiasmatica, mentre quelle provocate dal Coronavirus non rispondono così rapidamente alle medicine.
Non c’è motivo comunque di preoccuparsi più del dovuto, perché gli allergici, rassicurano i medici, non sono maggiormente a rischio di complicanze nel caso in cui venissero contagiati dal Coronavirus.
L’unica ragione per cui gli allergici potrebbero essere più esposti al rischio di contagio è che tendono a toccarsi di più gli occhi a causa del prurito.
È quindi importante seguire le terapie prescritte per ridurre i sintomi e limitare il contatto tra le mani e il viso. Con le cure adeguate, inoltre, si riducono gli starnuti scatenati dalla reazione al polline che possono veicolare l’eventuale infezione da Coronavirus. Curarsi è bene per sé, ma anche per gli altri.
LE 6 DIFFERENZE
L’Aaiito, per semplificare le cose, ha pensato di sintetizzare il tutto in poche e semplici indicazioni:
1) secondo le linee guida internazionali (OMS) l’infezione da Coronavirus si manifesta con tre sintomi cardinali: febbre, tosse, mancanza di respiro (Dispnea);
2) la malattia allergica respiratoria non è caratterizzata da febbre;
3) la malattia allergica respiratoria presenta nella quasi totalità dei casi raffreddore (prurito alle mucose nasali, naso che cola, starnutazione, ostruzione nasale) e congiuntivite (prurito agli occhi, occhi rossi, lacrimazione). Tali sintomi sono praticamente assenti nell’infezione da Coronavirus.
4) il paziente con asma bronchiale, allergico e non-allergico, può presentare tosse e dispnea (come detto, quasi sempre associati a sintomi nasali e oculari), ma questi si risolvono rapidamente con la terapia antiasmatica broncodilatatrice e anti-infiammatoria;
5) non vi è alcuna evidenza che lo stato allergico (rinite e/o asma) rappresenti un fattore di rischio per una evoluzione più severa di una eventuale concomitante infezione da Coronavirus;
6) è particolarmente importante che i pazienti allergici effettuino la terapia per la rinite e/o l’asma in questo periodo. Questo, infatti, può limitare il contagio per gli altri, riducendo la starnutazione e la tosse, e per se stessi, riducendo il rischio che il prurito induca a toccarsi occhi e naso.
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