Via libera, dal 4 maggio, alla cosiddetta Fase2 dell’emergenza da Covid-19, il periodo in cui inizieremo la convivenza con il virus.
Lo ha reso noto ieri sera il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa con la quale ha annunciato la firma di un nuovo Dpcm. Nel suo discorso il Premier ha sottolineato che l’apertura delle attività produttive del Paese avverrà, però, in maniera graduale, scandita nel tempo. «Dobbiamo essere consapevoli che in questa nuova fase la curva del contagio potrà risalire in alcune aree del Paese – ha detto-. Dobbiamo dircelo chiaramente, questo rischio c’è. Nella Fase 2 quindi sarà ancora più importante mantenere le distanze di sicurezza», distanze che dovranno essere mantenute anche in ambito familiare, per evitare che il contagio si diffonda all’interno delle mura domestiche.
L’importanza delle protezioni individuali
Oltre alla distanza sociale sarà importante, in questo secondo periodo, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale.
Nel decreto viene prescritta, infatti, l’obbligatorietà, sull’intero territorio nazionale “di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina”.
Per consentire l’impiego delle mascherine protettive a tutta la popolazione, il Commissario Arcuri ha firmato un’ordinanza che fissa ad un massimo di 0,50 € il prezzo di quelle chirurgiche.
L’allentamento delle misure di lockdown sarà, comunque, affiancato ad un monitoraggio della curva epidemiologica; il controllo verrà effettuato dalle Regioni a cui è demandato il delicato compito di segnalare eventuali criticità che porteranno ad un nuovo lockdown laddove necessario. «Le Regioni giornalmente dovranno fornirci la curva del contagio e l’adeguatezza del servizio sanitario. Così, se vedremo situazioni critiche circoscritte, potremo intervenire. Non accetteremo di avere situazioni che ci sfuggono dal controllo».
Le aperture scandite nel tempo
Il piano elaborato dal Governo con la collaborazione della task force di esperti, prevede ancora il divieto di spostarsi da regione a regione, tranne che “per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute” ma sarà “consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” di chi è rimasto bloccato dal lockdown nelle città in cui studia o lavora.
Dal 4 maggio saranno, invece, permesse le visite ai familiari purché vengano rispettate le norme di sicurezza, perciò guanti, mascherine, niente abbracci, strette di mano né riunioni allargate.
Cambierà, dunque, il modulo di autocertificazione, che resterà obbligatorio; alle motivazioni per uscire di casa già stabilite con precedenti decreti, si aggiungerà quella della visita ai parenti, secondo le suddette modalità per tutelare salute e sicurezza.
Il 4 maggio riapriranno anche parchi e giardini pubblici, che potranno essere frequentati solo con la distanza di sicurezza interpersonale a meno che non si faccia parte della stessa famiglia. Resteranno chiuse le aree per i bambini. Potrà essere ripresa, perciò, l’attività motoria non più nei pressi della propria abitazione, ma sempre seguendo la distanza di sicurezza. Nel Decreto è comunque «fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità».
Le funzioni funebri saranno nuovamente possibili ma “con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone”; la funzione dovrebbe svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando mascherine e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Nessuna deroga, invece, per le funzioni religiose.
Dal 4 maggio, oltre alla consegna a domicilio del cibo da parte di bar e ristoranti, sarà consentito acquistare il cibo e ritirarlo direttamente, ma senza consumarlo all’interno dei locali. All’esterno degli stessi non dovranno formarsi assembramenti in cui non si rispetta la distanza fra le persone. «Si dovrà entrare uno alla volta – ha spiegato Conte -, rispettando la fila, le distanze, con i dispositivi di protezione».
Ripartiranno anche le attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export, i cantieri pubblici e privati, tutte le attività di manifattura, il commercio all’ingrosso.
Per i negozi al dettaglio, musei, mostre e luoghi culturali all’aperto la riapertura è fissata per il 18 maggio.
Parrucchieri, barbieri, centri di estetica, bar e ristoranti riapriranno l’1 giugno.
L’obiettivo finale, però, è evitare orari di punta, prevedendo aperture e chiusure diverse fra le varie attività.
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