L’Elettroencefalogramma compie cento anni. La LICE, Lega Italiana contro l’Epilessia, gli dedica un convegno nazionale – “EEG 100” – il 22 novembre presso La Sapienza di Roma. Passato, presente e futuro di uno strumento diagnostico d’eccellenza.
Lo abbiamo visto in tanti film. In quelle serie televisive che mescolano tensione e corsie di ospedali. Forse lo abbiamo anche fatto una volta nella vita. Magari per accertare che fosse tutto a posto e scongiurare diagnosi infauste. Stiamo parlando dell’elettroencefalogramma che, nel 2024, compie i suoi primi 100 anni. Un traguardo straordinario da quella prima volta in cui fu registrato nell’uomo nel luglio del 1924 da Hans Berger, neuropsichiatra tedesco.
Cento anni portati benissimo, qualche cenno sulla storia dell’elettroencefalogramma
Già dalla seconda metà dell’800 molti ricercatori sperimentavamo modi per registrare su animali da laboratorio l’attività bioelettrica prodotta dai neuroni cerebrali. Fu però Hans Berger che, nel 1924, riuscì a dimostrare che la corteccia cerebrale dell’uomo produceva una caratteristica attività. E che era possibile acquisirla e documentarla.
Berger chiamò l’apparecchio di misurazione “elettroencefalografo”. Con questo poteva riprodurre graficamente tutto quello che veniva generato elettricamente dai neuroni della corteccia cerebrale. Grazie ad esso è stato il primo a descrivere alcuni ritmi cerebrali fisiologici come il ritmo alfa, noto poi come “ritmo di Berger”. Ha infatti precise caratteristiche di comparsa e reattività che tuttora gli specialisti descrivono all’inizio del referto EEG.
Berger, il primo a descrivere le alterazioni EEG presenti nell’epilessia
A Berger si deve anche la prima descrizione delle alterazioni EEG presenti in alcune forme di Epilessia. Dopo la prima descrizione dell’EEG umano ci vollero dieci anni affinché la comunità scientifica dell’epoca validasse i risultati descritti da Berger. Successivamente lo sviluppo dell’EEG sia in Europa che oltreoceano è stato molto rapido ed inarrestabile. L’Elettroencefalografia costituisce tuttora la principale metodica di studio funzionale del cervello. Grazie all’enorme sviluppo delle tecniche digitali sono oggi possibili molteplici integrazioni con altri esami neurofisiologici e di neuroimmagine.
Un convegno a Roma per celebrare i cento anni dell’elettroencefalogramma
Per celebrare il centenario della scoperta dell’EEG, la LICE, Lega Italiana Contro l’Epilessia, promuove il Convegno nazionale dal titolo “EEG 100. Cento Anni di Elettroencefalografia clinica: dal 1924 al 2024. Past, Present and Future of Clinical EEG”. 22 novembre dalle ore 9.30 alle 18.30 presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma.
“Dal punto di vista clinico – spiega Oriano Mecarelli, Presidente della Fondazione LICE e Coordinatore del Comitato scientifico del Convegno – l’EEG rappresenta tuttora l’esame gold standard in ambito epilettologico, sia per la diagnosi che per la gestione delle numerose sindromi epilettiche, ed è di fondamentale importanza non solo per lo studio delle Epilessie ma anche per la gestione delle emergenze/urgenze neurologiche, il neuro monitoraggio in area critica e la valutazione anche prognostica di molte encefalopatie, acute e croniche, in diverse epoche della vita”.
Dal passato al futuro dell’elettroencefalogramma con l’IA
L’obiettivo del Convegno nazionale organizzato da LICE è ripercorrere le tappe principali del centenario dell’EEG. Si parte dal ricordo di Berger per passare poi alle testimonianze dirette e indirette riguardo le Scuole più prestigiose sviluppatesi in Italia. Si arriva infine ai giorni nostri, con lo sguardo rivolto al futuro. Nel corso dell’evento, infatti, mentre da una parte esperti autorevoli nell’ambito dell’epilettologia spiegheranno l’importanza di un corretto e moderno utilizzo dell’EEG nei diversi setting clinici, dall’altra giovani epilettologi e neurofisiologi affronteranno anche gli aspetti più sperimentali ed innovativi della metodica.
Si discuterà anche di come l’Intelligenza Artificiale (IA) potrà essere di grande aiuto in futuro per la valutazione del segnale EEG. Le più recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato come l’analisi effettuata da sistemi di IA adeguatamente addestrati risulti in linea con la refertazione effettuata da esperti. Questo non significa che in futuro si potrà del tutto eliminare l’insostituibile apporto dell’occhio umano esperto, ma si potrà rendere la metodica più applicabile nel settore sperimentale e più fruibile su larga scala, ad esempio in Paesi in via di sviluppo, dove c’è mancanza di neurofisiologi adeguatamente formati.
Centrale nella diagnosi dell’epilessia, il suo utilizzo si va consolidando nella Telemedicina
“Con 100 anni di storia – dice Carlo Andrea Galimberti, Presidente LICE e Responsabile del Centro per lo Studio e la Cura dell’Epilessia della Fondazione Mondino, Pavia – l’EEG è tuttora la tecnica di indagine funzionale sul cervello di più agevole utilizzo, con alcune qualità specifiche, come la “risoluzione temporale”, rimaste insuperate. Il suo intenso utilizzo clinico, combinato con disponibilità tecnologiche crescenti, ne ha affinato nei decenni l’interpretazione, che ancora oggi è aperta a sviluppi. Strumento di primo piano nella diagnostica dell’epilessia, il suo utilizzo si va consolidando nell’ambito della Telemedicina: potrà così costituire una risorsa diagnostica di più vasto impiego anche nelle condizioni e nei Paesi più disagiati”.
Un convegno, tanti patrocini per i cento anni dell’elettroencefalogramma
Il Convegno nazionale ha ottenuto il patrocinio delle Società scientifiche SIN (Società Italiana Neurologia), SINC (Società Italiana Neurofisiologia Clinica), SINPIA (Società Italiana Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza), SINP (Società Italiana Neurologia Pediatrica) e AITN (Associazione Italiana Tecnici Neurofisiopatologia). Oltre dei referenti di LICE e del Comitato Scientifico coordinato da Oriano Mecarelli, parteciperanno anche di esperti di fama internazionale, tra cui i maestri dell’Epilettologia italiana Giuliano Avanzini e Carlo Alberto Tassinari.
“La loro partecipazione – sottolinea Flavio Villani, Vicepresidente LICE e Direttore della Unità Operativa di Neurofisiopatologia del Policlinico San Martino – vuole anche ricordare l’importanza che le scuole neurofisiologiche italiane hanno avuto nello sviluppo dell’elettroencefalografia a livello nazionale e internazionale”.
L’epilessia colpisce 50 milioni di persone nel mondo. 600.000 solo in Italia
Con oltre 50 milioni di persone colpite nel mondo, l’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha riconosciuta come malattia sociale. Si stima che nei Paesi industrializzati interessi circa 1 persona su 100: in Italia soffrono di Epilessia circa 600.000 persone, ben 6 milioni in Europa. Nei Paesi a reddito elevato, l’incidenza dell’epilessia presenta due picchi, rispettivamente nei primi anni di vita e dopo i 75 anni.
Nel 2022 l’OMS ha ratificato il Piano d’Azione Globale Intersettoriale per l’Epilessia e gli altri Disturbi Neurologici 2022 – 2031 (Intersectorial Global Action Plan for Epilepsy and other Neurological Disorders, IGAP), il primo piano d’azione globale sulla gestione dell’epilessia, che detta fondamentali obiettivi per gli Stati Membri nei prossimi dieci anni.
Gli scopi principali dell’IGAP sono: ottenere l’assistenza sanitaria universale con la fornitura di medicinali essenziali e tecnologie di base necessarie per la loro gestione; l’aggiornamento delle politiche nazionali esistenti riguardo l’Epilessia e gli altri disturbi neurologici, con idonee campagne di sensibilizzazione e programmi di advocacy; la realizzazione di programmi intersettoriali destinati alla promozione della salute del cervello e alla prevenzione dei disturbi neurologici; lo sviluppo di un’idonea legislazione al fine di promuovere la lotta allo stigma e proteggere i diritti umani delle Persone con Epilessia.
(Foto apertura: rarrarorro/Shutterstock.com)
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