In Italia, l’ictus cerebrale è la prima causa di invalidità e la terza causa di morte dopo le malattie ischemiche del cuore e le neoplasie. Ogni anno colpisce circa 185.000 persone. Di queste 150.000 sono nuovi casi e sviluppano problemi di disabilità di varia entità, mentre 35.000 sono ricadute. Nel 75% dei casi ad essere colpite sono over 65 anni, ma la popolazione più giovane non ne è immune. Attualmente sono circa 1 milione i sopravvissuti con esiti di ictus più o meno invalidanti.
Partiamo da una dieta sana, quella mediterranea
L’alimentazione è ormai riconosciuta come uno dei principali fattori di rischio modificabile. È fondamentale per prevenire ipertensione, diabete, infarto, obesità o sindrome metabolica, ma può essere un valido alleato anche contro l’ictus cerebrale. La dieta mediterranea, con la sua alimentazione sana e variata, può ridurre il rischio di ictus fino al 20%. Ricca di vegetali, cereali, frutta, olio di oliva, legumi e pesce, ma soprattutto povera di carni grasse, tuberi, grassi animali e insaccati, può davvero fare la differenza.
Anche incrementare il consumo di particolari agrumi, mele, pere e verdure a foglia può innalzare il livello di protezione. Circa 200 grammi in più al giorno sia di frutta che di verdura riducono infatti il rischio di ictus rispettivamente del 32% e dell’11%.
L’olio di oliva extravergine, che già contribuisce a proteggere il sistema cardiovascolare, è anch’esso capace di contrastare l’ictus. Un aumento di 23 grammi al giorno è stato inversamente associato all’incidenza di tale patologia (riduzione del rischio del 20%) e alla mortalità (riduzione del rischio dell’11%).
Dunque, è bene ridurre il consumo di sodio, alcol e grassi saturi, visto che aumentano il rischio vascolare. Hanno invece un effetto protettivo gli omega3, le fibre, la vitamina B6 e B12, così come il calcio e il potassio (questi ultimi diminuiscono persino il rischio di ictus cerebrale).
Serve anche un’attività fisica moderata e costante
Per prevenire l’ictus non c’è bisogno di diventare campioni olimpici. Ogni giorno servono quei 30 minuti di attività fisica aerobica sufficienti per sfruttare al meglio gli effetti protettivi del movimento. Si può, ad esempio, passeggiare a passo sostenuto, salire e scendere le scale evitando l’ascensore, usare la bicicletta invece dell’auto per gli spostamenti più brevi. Si può ballare, impegnarsi in lavori domestici e giardinaggio.
Purtroppo tutte le fasce di età sono oggi vittime di una scarsa attività motoria. I più giovani rischiano di trascorrere troppo tempo a casa, sedentari, presi tra computer o smartphone. Gli adulti, costretti dai ritmi frenetici, fanno lavori sedentari, hanno poco tempo per dedicarsi ad un’attività fisica e per spostarsi usano i mezzi di trasporto. I senior spesso hanno difficoltà di vario genere (sociali, ambientali ed economiche, oltre che psico-fisiche legate all’età) che li allontanano da una vita fisicamente attiva.
Uno stile di vita sano ci regala 10 anni di vita
Se una scarsa attività motoria può annoverarsi tra i fattori di rischio più importanti per le patologie cerebro-cardiovascolari, uno stile di vita sano incide profondamente sull’aspettativa di vita. Smettere di fumare, raggiungere il peso forma, mangiare in modo equilibrato e svolgere regolare attività fisica ci regalerebbero addirittura 10 anni di vita in più senza malattie.
Il 29 ottobre si celebra, come ogni anno, la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale e la World Stroke Organization ha voluto – per l’edizione 2020 – accendere i riflettori sul tema della prevenzione, lanciando l’hashtag #DontBeTheOne: “1 persona su 4 verrà colpita da ictus nel corso della propria vita, non essere tu quella persona. L’80% di tutti gli ictus infatti si può evitare: basta cominciare da quei fattori di rischio su cui ognuno può intervenire.
Il sole, un alleato contro l’ictus? Sì, ma senza esagerare
Nei pazienti con patologie cardio-cerebrovascolari si riscontra un livello più basso di vitamina D. La carenza potrebbe essere attribuita a due fattori: la ridotta mobilità e diminuita esposizione al sole; un insufficiente apporto dietetico.
Per questo motivo, A.L.I.Ce. Italia Odv, l’Associazione Italiana per la Lotta all’Ictus Cerebrale, consiglia di approfittare di queste giornate d’estate. Passando più tempo all’aria aperta, si può fare il pieno di questa importante vitamina. C’è infatti una variazione stagionale nell’incidenza dell’ictus ischemico: in estate si registrano meno casi. Una situazione probabilmente dovuta all’esposizione al sole, la quale favorisce una maggiore assunzione di vitamina D.
È bene ricordare che esporsi troppo al sole può condurre all’insorgere di tumori della pelle e melanomi. Meglio evitare l’esposizione negli orari più caldi (tra le 12 e le 16), usare le creme solari protettive e indossare magliette, cappelli e occhiali da sole.
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