Non c’è ancora una cura per questa patologia ma, forse, seguendo alcune indicazioni si può ritardarne la comparsa.
Al momento non esiste alcuna cura che possa debellare il Morbo di Alzheimer, una patologia neurodegenerativa, progressiva ed irreversibile, che colpisce il cervello. Gli scienziati, però, hanno individuato alcune abitudini quotidiane che potrebbero ritardare il manifestarsi della malattia. Vediamo quali.
Bere un caffè al mattino. Alla Johns Hopkins University hanno dimostrato che 200 mg di caffeina, corrispondenti ad una tazzina di caffé, aiutano a memorizzare meglio e a migliorare l’apprendimento.
Bere una tazza di tè. Che sia verde o nero, il tè contiene dei potenti antiossidanti, le catechine, che combattono l’invecchiamento cellulare e le malattie neurodegenerative.
Fare giardinaggio. Coltivare i propri fiori preferiti, potare piante o sistemare il giardino allena il corpo, migliora l’umore ed elimina lo stress.
Fare un bagno caldo la sera. Va bene anche una doccia, l’importante è che l’acqua sia calda. In questo modo il corpo si rilassa, ci si addormenta prima e il sonno è più profondo.
Allenarsi insieme al proprio cane o gatto. Fare lunghe passeggiate con Fido, muoversi dentro casa giocando con il gatto è una buona pratica contro la sedentarietà.
Alzarsi ogni mezz’ora durante il lavoro. Fare una piccola passeggiata o qualche movimento di stretching aumenta il consumo di zuccheri e diminuisce il sovrappeso.
Ridere. Una bella risata produce le endorfine, sostanze che migliorano la salute.
UNA PATOLOGIA LUNGA E COMPLESSA
Secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il Morbo di Alzheimer colpisce circa il 5% delle persone con oltre 60 anni di età; in Italia, attualmente, si contano circa 500mila pazienti. Esso rappresenta la forma più comune di demenza senile, ed è determinato da un’alterazione delle funzioni cerebrali che implica una serie di difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane. Il decorso della malattia è lento e in media le persone colpite dal Morbo di Alzheimer possono vivere fino a 8-10 anni dopo la diagnosi di questa patologia.
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