Che rimanere attivi durante l’invecchiamento faccia bene alla mente e al corpo è ormai assodato. Ne ha parlato anche il Professor Marco Trabucchi in un webinar dedicato a sport ed esercizio fisico. Intraprendere l’attività motoria, infatti, non solo aiuta a invecchiare bene, ma accresce la resistenza dell’organismo. E se si decidesse di iniziare proprio in terza età? Quali attività preferire e come è bene iniziare? Ecco qualche consiglio.
“È il solo esercizio fisico che supporta gli spiriti e mantiene la mente in vigore” (Marco Tullio Cicerone);
“Mens sana in corpore sano” (Giovenale);
“L’esercizio fisico rinvigorisce e vivifica tutte le facoltà del corpo e della mente. Esso diffonde gioia e soddisfazione e ci qualifica per ogni tipo di attività ed ogni sorta di piacere” (John Adams);
“L’unico esercizio fisico che svolgo è quello di sorreggere la bara ai funerali dei miei amici che praticano regolarmente attività fisica” (Mark Twain);
“L’esercizio fisico è una fandonia. Se sei sano non ne hai bisogno, se sei malato non devi praticarlo” (Henry Ford)
Nonostante alcuni parerei discordi e curiosamente polemici, come alcuni di quelli riportati, è opinione condivisa che l’attività fisica – condotta in maniera adeguata alle condizioni di salute dell’individuo – sia fonte di benessere. Di seguito non ci soffermiamo sulle modalità che devono caratterizzarla, ma sugli effetti che essa induce e sui relativi meccanismi, cercando di capire perché una parte rilevante della popolazione non compie una scelta che sembrerebbe ovvia, visti i risultati. Attività fisica non vuol dire attività sportiva, né attività di palestra o su una cyclette. È un atteggiamento di fondo che induce ad usare il proprio corpo secondo lo scopo per cui è stato fatto. Essere un elemento vivo dell’ambiente, al cui interno il corpo stesso si muove costantemente (a casa, al lavoro, durante il tempo libero, ecc.).
Iniziare l’attività fisica: il primo studio del 1953
Risale al 1953 il primo lavoro scientifico – fondato su corrette valutazioni epidemiologiche – riguardo al rapporto tra attività fisica e salute. Argomento che, peraltro, era stato per secoli al centro di svariate interpretazioni nella storia dell’umanità. In quell’anno a Londra era stato dimostrato un aumento del rischio di malattia coronarica nei guidatori di autobus, sempre seduti, rispetto ai bigliettai, i quali si muovevano all’interno del mezzo. Da allora la tematica si è sviluppata moltissimo, fino alle attuali certezze, secondo le quali l’inattività fisica è un rilevante predittore di malattie cardiovascolari, diabete tipo 2, obesità, alcuni tumori, osteoporosi, taluni aspetti della salute mentale, della mortalità nel suo complesso. L’inattività esercita inoltre un’influenza negativa su alcuni fattori di rischio di morbilità e mortalità, quali l’obesità, l’ipertensione, l’iperglicemia, le alterazioni del metabolismo lipidico.
Iniziare l’attività fisica salva la vita
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’inattività fisica come uno dei grandi rischi per l’umanità e uno degli obiettivi principali per combattere l’epidemia di malattie non comunicabili che è cresciuta nel mondo sviluppato e va coinvolgendo anche il resto del pianeta. È stato stimato che l’inattività fisica provoca il 6-10% di tutte le morti causate dalle principali patologie non comunicabili (malattia coronarica, diabete di tipo 2, tumori della mammella e del colon). Inoltre, causa il 9% delle morti premature e oltre 5.3 milioni dei 57 milioni di morti avvenute in tutto il mondo nel 2008.
Un dato molto simile a quello della mortalità indotta dal tabacco, che è uniformemente ritenuto il killer n°1. Si deve peraltro considerare che gli effetti positivi dell’attività fisica non si limitano all’efficacia preventiva rispetto ad alcune malattie, ma coinvolgono anche la sensazione di benessere e quindi la qualità della vita, il miglioramento del sonno, la riduzione dello stress, un aumento delle relazioni sociali, nonché, più in generale, una sensazione positiva rispetto ai compiti che la vita affida a ciascuno.
Non è mai troppo tardi per iniziare l’attività fisica
Dopo questa descrizione così positiva degli effetti del movimento, chi ha ancora il coraggio di restare in poltrona? Purtroppo, non sono pochi quelli che ritengono inopportuno muoversi perché faticoso, molto impegnativo, senza immediate soddisfazioni. Troppo pochi, al contrario, sono ancora oggi quelli che hanno capito che è sempre possibile continuare o iniziare l’attività fisica. Infatti, non si è mai troppo vecchi, né troppo stanchi, né troppo ammalati. Per ciascuno vi sono intensità e caratteristiche diverse, ma è sempre possibile fare una scelta che ha ricadute di grande utilità sulla vita. È solo una vicenda di libertà rispetto a vecchie abitudini, di coraggio per affrontare qualche fatica, di determinazione psicologica per compiere atti dei quali non vediamo subito i vantaggi. Ma ormai una mole di studi condotti in ambienti molto diversi non ci lascia più alternative…
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