Quanto costa la gestione di un conto corrente? Nel 2019 la spesa media si è attestata a 88,5 euro. Il costo è aumentato di 1,6 euro rispetto all’anno precedente. Tuttavia, si tratta di una crescita modesta se confrontata con quella dell’anno precedente, quando la spesa è cresciuta di 7,5 euro.
Ad aumentare di più sono stati proprio i conti bancari online la cui spesa di gestione è sensibilmente cresciuta arrivando a 5,9 euro in più. Sono invece diminuiti lievemente i conti correnti postali. La rilevazione è stata svolta nel 2020 dalla Banca d’Italia su 12.705 conti correnti bancari e 900 conti correnti postali, selezionati a partire rispettivamente da 608 sportelli bancari e 45 sportelli postali.
Cresce la spesa dei conti: tra le cause il maggior numero di bonifici
L’aumento di spesa dipende dalle modifiche nella composizione del paniere di servizi e operazioni. In particolare, attraverso l’incremento dei titolari di carte di pagamento ed il maggior numero di operazioni, soprattutto bonifici. La variazione delle commissioni ha invece lasciato sostanzialmente immutata la spesa: a parità di operazioni e servizi fruiti, la spesa complessiva di gestione di un conto corrente sarebbe diminuita di poco meno di 0,2 euro.
Secondo la Banca d’Italia, tra le voci che hanno maggiormente inciso sull’aumento dei costi di gestione del conto corrente ci sono le spese fisse. Cresciute di 2,1 euro, queste rappresentano circa i due terzi della spesa complessiva ed ammontano a 57,6 euro.
Spese fisse e spese variabili: ecco cosa comprendono
Le spese fisse di un conto sono diverse. Le principali sono rappresentate dal canone annuo del conto corrente, i canoni legati ad eventuali carte di pagamento, le imposte di bollo, le spese per l’invio delle comunicazioni al cliente. Inoltre, il canone annuo include spesso anche un certo numero di operazioni.
Le spese variabili sono diminuite di poco più di 0,5 euro, scendendo complessivamente a 30,9 euro. La maggiore variazione è riconducibile alla spesa per pagamenti automatici, diminuita di 1,7 euro. Si dicono variabili perché variano dal tipo e dal numero di operazioni che si fanno (ad esempio: prelievo di denaro con la carta di debito, incasso assegni).
Sono spese che dipendono dalla modalità di utilizzo del conto da parte del cliente e dalle scelte commerciali della banca. Ecco i principali costi variabili da considerare con attenzione quando si sceglie un conto: spese per la registrazione sul conto di ogni operazione; commissioni per l’esecuzione dei singoli servizi; spese di liquidazione periodica; ogni volta che la banca calcola gli oneri e gli interessi; interessi e altri oneri in caso di scoperto.
Da cosa dipende il divario di spesa dei vari conti correnti
La spesa di gestione mostra un’ampia variabilità tra i raggruppamenti della clientela: è meno elevata per i clienti con un profilo di operatività semplificato (“giovani”, “famiglie” e “pensionati” a bassa operatività); è maggiore per i profili di consumo più sofisticati. Tale variabilità deriva principalmente dalla specifica composizione del paniere di servizi bancari fruiti, piuttosto che da differenze tariffarie. Più è alta l’operatività e più aumentano i costi.
I conti correnti più economici: da quello on line a quello postale
È vero, il conto corrente online è quello che ha aumentato di più i costi, ma risulta ancora il più economico. Nel 2019 la spesa di gestione di un conto online è stata pari a 21,4 euro: sono 5,9 euro in più rispetto all’anno precedente.
L’aumento è stato determinato principalmente dalle maggiori spese fisse. Ad ogni modo, chi ha un conto corrente on line risparmia circa 67 euro rispetto a un conto bancario convenzionale.
Dopo il conto on line, segue quello postale il cui costo di gestione è di 54,1 euro. Una spesa inferiore a quella dei conti bancari con una differenza di 34,4 euro.
Esistono i conti correnti gratuiti? Il conto di base per i pensionati
Per chi ha esigenze finanziare limitate può chiedere un conto di base. Infatti, questa tipologia di conto corrente include solo un determinato numero di operazioni e alcuni servizi, quali carta di debito, accredito della pensione o dello stipendio, versamento di contanti o di assegni bancari e circolari, prelievo di contante, domiciliazione delle principali utenze domestiche.
Il conto di base ha un canone annuo che comprende un numero prestabilito di operazioni per determinati servizi. Per i clienti che hanno un Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) in corso di validità inferiore a 11.600 euro euro, il conto non ha spese e non si paga l’imposta di bollo. Per chi ha una pensione fino a 18.000 euro annui, il conto destinato all’accredito della pensione è gratuito fino a un determinato numero e tipo di operazioni e servizi, si pagano invece eventuali servizi aggiunti.
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