Alcuni studi, relativi al primo semestre 2021, riferiscono un consistente aumento nell’utilizzo di Internet da parte degli italiani, sicuramente “incentivato” durante i lunghi periodi in casa a seguito dell’emergenza pandemica. Da questi sondaggi risulta che il 74% degli italiani passa almeno 3 ore a navigare in Internet. Più tempo “navighiamo” in mare aperto e più tempo potenzialmente abbiamo per incorrere in alcuni pericoli. Vediamo alcuni consigli anti-truffa per imparare a “restare a galla”.
Ma non è il web da demonizzare
Nel 2019, il maestro Renzo Arbore ha celebrato con la Polizia Postale i primi 50 anni di Internet. Ed è proprio la Polizia Postale e delle Comunicazioni, come specialità della Polizia di Stato italiana, l’organo preposto al contrasto delle frodi postali e del crimine informatico.
Nel pensiero comune la casa di tutte le frodi è internet. E può anche essere vero, almeno in parte, che qui le truffe siano un po’ più frequenti o “facili”. Ma è bene ricordare – come direbbe il massmediologo Mc Luhan – che il problema non è il mezzo, ma il messaggio. Nessun mezzo, da internet al cellulare, è pericoloso in sé. L’attenzione va a ciò che con questi mezzi facciamo o non facciamo. E non sempre è facile capire cosa è bene e cosa invece non lo è. Ma alcune buone pratiche ci possono orientare.
Alert, ma davvero!
“Congratulazioni! Sei il vincitore di un telefono del valore di 1.200 euro!”. Oppure “Attenzione! Un dispositivo non autorizzato risulta connesso al tuo conto online. Per bloccarlo clicca qui”. Ecco, la nostra attività quotidiana online, dalle email alla navigazione sui siti più innocui, oramai è piena di questi “Alert”. Messaggi che dovrebbero appunto metterci in allerta e a cui, proprio per questo, finiamo per credere. Cadiamo così nel tranello di cliccare accessi potenzialmente pericolosi per la sicurezza dei nostri computer e soprattutto di fornire i nostri dati. Informazioni private, come anche chiavi di accesso ai nostri risparmi. C’è da fare davvero attenzione. Nessuno è immune dal cadere nei trabocchetti di questi malfattori.
Smishing, phishing…
Solo per citare un caso di cronaca recente che aiuti a chiarire. Quello che segue, come piace chiamarlo agli esterofili, è un esempio di “Smishing”. Ossia una truffa tramite SMS, dove il messaggio si presume arrivi da fonti fidate e questo ci porta a rivelare propri dati in modo pericoloso. Si chiama “Phishing”, invece, se avviene tramite mail.
A Terni, a metà agosto, una professionista di 66 anni è ricorsa all’aiuto della Polizia Postale, subito dopo essersi resa conto di aver subito una truffa online. La donna aveva ricevuto un SMS, in cui (apparentemente) il suo istituto di credito, la avvisava di accessi anomali al proprio conto corrente, con l’invito a cliccare su un tasto con la dicitura “per maggiori informazioni”. Alla falsa pagina della banca, la donna ha così fornito i propri dati. Non solo. Le ha telefonato un sedicente funzionario della Sezione antitruffe dell’istituto bancario e insieme hanno disinstallato l’app dell’Home Banking e disposto un bonifico di 29mila euro su un nuovo conto corrente estero. Identificato l’Istituto di credito lituano presso il quale i malfattori avevano trasferito la somma, che ha collaborato con gli investigatori italiani, la transazione fraudolenta è stata bloccata e la denunciante ha recuperato così l’intera somma. L’importante è dunque non vergognarsi e andare a denunciare, al fine di un tempestivo intervento per la risoluzione del problema.
Piccole accortezze antitruffa
Trovarsi ad essere vittima di un raggiro non deve far perdere la fiducia in sé stessi e soprattutto non deve trattenerci dal confidarci e chiedere aiuto per un “passo falso”, che poteva capitare a tutti. Un inciampo da cui gli altri possono sicuramente aiutarci a rialzarci. Ci si può rivolgere a un parente, un vicino di casa e un amico e, soprattutto, al numero 113 si può chiamare anche per segnalare dubbi e comportamenti sospetti.
Tra le principali avvertenze – in generale – si consigliano sempre alcune piccole cose. Scegliere una password complessa per i propri accessi e non rivelarla a nessuno. Non aprire gli allegati che arrivano da sconosciuti (e nemmeno quelli che arrivano da conosciuti, ma sembrano un po’ strani, come ad esempio il “sono in difficoltà economiche, ho bisogno di aiuto”). Non farsi adescare dalle vincite facili: denaro, telefonini e quant’altro, comprese le grandi occasioni di oggetti in vendita a prezzi completamente fuori mercato (com’è stato ad esempio per lungo tempo il caso di una nota marca di occhiali venduta a pochi centesimi). Installare (farsi installare) un antivirus sul computer e possibilmente disattivare la videocamera del proprio apparecchio (a meno che non si debba salutare figli e nipotini lontani in una videochiamata). Qui la Polizia Postale riporta alcune delle principali avvertenze. Ma non si finisce davvero mai di imparare!
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