«Una telefonata allunga la vita». Si chiudeva così una famosa (e azzeccatissima) pubblicità degli Anni ’90. Ma quella che si è rivelata la geniale chiosa di uno spot, potrebbe non essere tanto distante dalla realtà.
Comunicare, anche solo attraverso una telefonata, fa bene. Negli anziani ricoverati per Covid-19, ad esempio, quando possono parlare con i propri cari grazie ad un cellulare e alle videochiamate, la mortalità si riduce dal 40 al 20%, a parità di età e trattamento clinico.
Sono dati ufficiali questi, tratti da uno studio presentato al Congresso nazionale della SIGG, la Società italiana di gerontologia e geriatria. Dopotutto la tecnologia ci ha restituito una parvenza di normalità. E non solo a livello lavorativo con lo smart working, ma anche con la sua capacità di ausilio medico e sanitario.
Il Progetto Onda: più tecnologia per favorire i rapporti umani
Ma in questo periodo la tecnologia si è rivelata utile soprattutto nelle Rsa. Colpite duramente dalla mortalità e dai risvolti psicologici legati allo stop precauzionale alle visite, per molti versi è stata un’ancora di salvezza. Proprio mentre i rapporti umani erano ridotti al minimo, se non assenti.
Per aiutare concretamente le Rsa nella gestione dell’emergenza la Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere, con il supporto di Gilead Science, ha pensato di realizzare il progetto “Le nuove tecnologie al servizio delle Rsa: un supporto concreto per vincere la solitudine e la depressione ristabilendo il contatto fra gli anziani e il proprio nucleo familiare”.
Il primo “step” del progetto ha previsto la donazione di un certo numero di tablet agli operatori delle Rsa selezionate all’interno del network Bollini Rosa Argento. Il secondo “step” ha invece avviato un percorso di formazione. Tutto questo grazie a tre webinar sull’uso dei tablet e dei tool di GSuite di Google. Un modo per potenziare le competenze del personale sanitario che ogni giorno gestisce la vita degli anziani e i loro rapporti coi familiari.
Così facendo si favorisce il contatto e l’interazione fra gli anziani e i loro cari; si contrastano i risvolti negativi dell’isolamento; si facilita il rapporto della persona anziana con le nuove tecnologie.
Formare in tecnologia gli operatori delle Rsa: un modo per ridurre la mortalità
«Da fonti Istat – ha dichiarato di recente Francesca Merzagora, presidente della Fondazione Onda – si evince che solo il 6,6% delle persone over 74 usa il Pc e solamente il 6,7% utilizza Internet. Risulta evidente che per colmare il gap all’interno delle Rsa e delle Case di Riposo, creato dal mancato utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli anziani, è necessario coinvolgere direttamente il personale sanitario fornendo a chi lavora in prima linea tutti gli strumenti utili per favorire la socializzazione e soprattutto garantire la continuità del legame fra gli ospiti e i familiari in questo momento di isolamento forzato durante l’emergenza».
Sono riflessioni, queste, ancora più importanti se paragonate agli ultimi dati sulla mortalità tra gli anziani ricoverati con Covid. Quando hanno la possibilità di parlare con i propri cari al telefono e con le videochiamate, questa si riduce sensibilmente. Questo perché, per molti senior, la salute può essere influenzata più dalla vita quotidiana che dagli interventi medici.
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