Le tecnologie digitali fanno sempre più parte del nostro quotidiano. Ma oltre all’uso nella sfera privata, stanno ormai cambiando anche il dialogo tra cittadini e Pubblica Amministrazione.
Per facilitare questo incontro però è necessario ridurre il divario digitale tra i cittadini. Così, tra le iniziative, è in arrivo il Servizio civile digitale che dal prossimo anno vedrà impegnati 1.000 giovani. Saranno formati per supportare i cittadini meno digitalizzati, a partire proprio dagli anziani.
Investire sui giovani per fare formazione sul territorio
Proprio in questi giorni Paola Pisano, ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, e Vincenzo Spadafora, ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, hanno firmato il Protocollo d’intesa per il Servizio civile digitale. Un’iniziativa che vuole accrescere le capacità e le competenze digitali dei cittadini favorendo l’uso dei servizi pubblici digitali.
Il Protocollo rientra nelle finalità del programma Repubblica digitale promosso dalla Pisano per contrastare il divario digitale, anche quello di natura culturale. A sua volta l’iniziativa risponde all’obiettivo principale del Servizio civile sostenuto da Spadafora: investire sulla formazione dei giovani e sul loro ruolo di cittadini attivi.
Così, durante il primo anno di sperimentazione, saranno almeno 1.000 i volontari impiegati con il ruolo di “facilitatori digitali” nel programma “Servizio civile digitale”. I giovani saranno adeguatamente formati ad operare sul territorio, nei quartieri, nelle comunità locali e negli spazi pubblici organizzati per accogliere e guidare chi ha bisogno di supporto nell’uso delle tecnologie.
Si parte proprio dagli anziani
«Le ragazze e i ragazzi del Servizio civile digitale – ha affermato la Ministra – saranno impegnati nell’aiutare i cittadini, a partire dalle persone anziane e da coloro che hanno meno confidenza con le tecnologie, ad ottenere e utilizzare i nuovi servizi digitali della Pubblica amministrazione». Tra i nuovi servizi sono inclusi il Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid) e l’App “Io” per accedere ai servizi pubblici da cellulare.
Ben venga l’attenzione agli anziani allora, visto che – secondo l’Istat – i senior internauti italiani sono il 41,9%. Ne manca ancora un importante fetta. Poi c’è anche il problema delle competenze: solo il 29,1% degli italiani ha competenze digitali elevate, dato che tra i giovani 20-24 anni raggiunge il 45,1%. Insomma, c’è proprio bisogno delle giovani leve a supporto della popolazione più matura.
Si punta quindi al trasferimento di competenze, come ha sottolineato anche la Ministra. «Credo fortemente nel passaggio di competenze tecnologiche – ha detto – dai più giovani e tecnologici verso generazioni meno digitali. È soprattutto compito dello Stato fare in modo che nessun cittadino sia lasciato indietro, in particolare chi ha più difficoltà nell’uso di nuovi servizi digitali. Se la digitalizzazione non riguarda tutti, come si potrà parlare di “rivoluzione digitale”?».
Come funziona
L’avviso pubblico per la presentazione di programmi di intervento e progetti per il Servizio civile digitale è rivolto a tutti gli enti accreditati presso l’Albo del Servizio civile universale. La pubblicazione avverrà all’inizio del nuovo anno sul sito del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale.
Gli enti che aderiranno all’iniziativa seguiranno un percorso formativo di accompagnamento. A guidarlo il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale e il Dipartimento per la Trasformazione digitale. Sempre loro, inoltre, assisteranno gli enti e i volontari anche nello sviluppo della sperimentazione.
«Durante il lockdown – ha spiegato il ministro Spadafora – migliaia di ragazze e ragazzi hanno messo a disposizione le loro competenze tecnologiche per aiutare i loro familiari e amici a restare connessi, nonostante le distanze imposte dalla pandemia, e a usufruire dei servizi digitali di Enti, Istituzioni, uffici, associazioni. È stata una risposta spontanea che ha consentito in breve tempo un salto digitale a moltissimi cittadini meno abituati a utilizzare le nuove tecnologie. È una spinta che non dobbiamo perdere, per questo sono molto felice del Protocollo firmato con la mia collega ministra Pisano. Il Protocollo consentirà un primo esperimento nel 2021 del Servizio civile digitale che potrà essere valorizzato al meglio nel prossimo futuro anche grazie al piano NextGenerationEU». Quest’ultimo è il programma da centinaia di miliardi di euro pensato per far ripartire l’Unione europea dopo gli effetti della pandemia.
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