Oggi, 2 luglio, è la Giornata per il benessere nelle città, istituita nel 2018 per promuovere la salute come bene comune. L’iniziativa è nata per sensibilizzare sull’effettivo aumento dei fattori di rischio legati alle malattie croniche e a quelle infettive nei centri urbani.
Forse non molti sanno che esiste un “diabete urbano”. Si tratta di una tendenza a causa della quale, secondo l’International diabetes federation, nel 2035 il 70% delle persone con diabete risiederà in città (347 milioni contro i 147 che abiteranno fuori). Panorama confermato anche dai dati Istat, per i quali il 52% dei 3,27 milioni di italiani con diabete, risiede in 14 città metropolitane. Un altro esempio è la diffusione dell’obesità, frutto della sedentarietà e della mancanza di un’educazione alimentare.
La Giornata per il benessere nelle città: il ruolo delle pubbliche amministrazioni
La Giornata si celebra ogni 2 luglio, giorno centrale dell’anno solare, per sensibilizzare l’azione dei Sindaci sulla necessità di incoraggiare la salute come bene comune. Ma è anche l’occasione per lanciare messaggi positivi alla comunità e per diffondere e confrontare le buone pratiche già in atto nei diversi territori italiani in vari campi. Dalla qualità dell’aria alle abitudini alimentari, dal verde allo sport.
Noi siamo le città che abitiamo
Come ogni anno i Comuni italiani sono invitati ad aderire alla Giornata tramite iniziative di sensibilizzazione culturali, sociali, sportive, sanitarie collegate al tema della salute e del benessere urbano. L’impegno dei Sindaci è infatti fondamentale per progettare città più salutari, grazie a interventi sui trasporti e realizzando spazi verdi, edifici ecosostenibili, orti urbani e strutture polisportive per tutte le età. Senza trascurare l’altro aspetto fondamentale per la salute: la partecipazione sociale, il welfare e il supporto ai più deboli. Una priorità, peraltro, aumentata dalla pandemia e dalla conseguente crisi sociale ed economica.
Le città italiane per un futuro più salutare
In questo contesto assume grande valore la scelta della Commissione Europea di 9 città italiane, tra le quali Milano, Roma e Torino, che diventeranno veri laboratori sperimentali per ridurre l’emissioni di gas nocivi, come previsto dal programma di ricerca Horizon. L’iniziativa della UE “Cities Mission” permetterà infatti alle 100 città europee selezionate di avviare piani di ricerca e innovazione per la mobilità green, l’efficienza energetica e l’urbanistica verde. Un obiettivo importante, dal momento che le aree urbane ospitano il 75% della popolazione dell’Unione e consumano più del 65% dell’energia a livello mondiale, essendo responsabili di oltre il 70% delle emissioni di CO2.
Gli anziani e la città
Un ambiente urbano più salubre, nel quale coltivare le relazioni umane e ricevere l’assistenza necessaria, è un obiettivo per tutte le età, ma in particolare per gli anziani, che spesso vivono soli, in nuclei monofamiliari. Nelle città infatti il rischio di fragilità è maggiore, soprattutto tenendo conto degli aspetti sociali e demografici. Peraltro in Europa il numero dei senior è in costante aumento. Per Eurostat 2020 un cittadino europeo su 5 è over 65 e la quota più elevata di anziani vive proprio in Italia (23,2%). Dal momento che attualmente il 75% degli europei abita in aree urbane, è evidente che le sfide future sull’invecchiamento attivo si giocheranno in questi contesti.
Gli strumenti dell’ageing in place
Premesso che una città age friendly è una città a misura di tutti, la salute e il benessere nella terza età passano attraverso settori strategici. Il trasporto urbano, con accessi facilitati, privi di ostacoli e panchine per l’attesa. Una rivisitazione dei parchi e degli spazi all’aperto, da utilizzare come aree di associazione contro la solitudine. Servizi sanitari facilmente disponibili e digitalizzati per favorire la teleassistenza. È inoltre importante dare sempre maggior spazio a un nuovo assetto abitativo, il cohousing, per la socializzazione e l’interazione con l’ambiente circostante. Tutti strumenti da sviluppare nell’ottica dell’ageing in place, ossia della possibilità per tutti di continuare a vivere e invecchiare (in salute) all’interno della propria città.
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