È stato prorogato fino al 20 novembre prossimo il bando “Rinnovabili e comunità energetiche” rivolto ai comuni colpiti dal sisma del 2009 e del 2016, distribuiti fra l’Abruzzo, il Lazio, le Marche e l’Umbria.
Pubblicato nell’ambito del programma Next Appennino, mette a disposizione 68 milioni di euro finanziati dal Fondo Complementare al Pnrr e sostiene al 100% a fondo perduto ogni tipo di impianto rinnovabile, se ci si impegna a costituire comunità energetiche o si prevede la condivisione del calore con il teleriscaldamento. Per sostenere i piccoli comuni del cratere e i loro cittadini, Legambiente ha avviato una campagna informativa. Un progetto per spiegare cosa sono le comunità energetiche e quali siano i vantaggi economici, ambientali e sociali.
“Crediamo molto in questo progetto”, ha spiegato a Spazio50 Maria Maranò, responsabile della campagna informativa nei comuni del sisma per Legambiente. “Perché oltre a incentivare la diffusione delle rinnovabili, con gli incentivi c’è anche la possibilità di avere un beneficio economico che può essere distribuito tenendo conto di alcune criticità, tra cui la povertà energetica. Una comunità può decidere di sostenere delle famiglie in condizioni di criticità o destinare l’energia a beni comuni. Insomma il concetto di comunità cambia completamente il modello energetico, di produzione e di consumo.”
Qual è l’importanza di un progetto di questo tipo nelle aree colpite dal sisma?
“Noi ci occupiamo di aree sisma da tanto tempo e abbiamo insistito affinché uno degli strumenti per la loro riqualificazione fosse quello delle comunità energetiche. Questo perché agiscono sia sugli aspetti comunitari di ricostruzione sociale che su quelli di innovazione dal punto di vista ambientale. Il bando è stato approvato il 30 giugno e abbiamo cominciato sin da subito un lavoro di sensibilizzazione, per spiegare cosa sono le comunità energetiche. Abbiamo avuto una partecipazione straordinaria, nelle assemblee cittadine e anche tramite il web”.
Che tipo di risposta c’è stata?
“Una prima stima di metà ottobre ci dice che oltre il 50% dei Comuni che possono accedere al bando ha fatto una manifestazione di interesse. Questa poi viene pubblicata per chiedere ai cittadini se siano disponibili a impegnarsi in una comunità energetica. È un segnale molto importante, perché non basta ricostruire in senso fisico, soprattutto in aree che già prima del terremoto erano soggette a spopolamento, come tutte le aree interne, montane, appenniniche del nostro paese. C’è bisogno di rigenerare anche dal punto di vista economico e sociale, di ridare vita a questi luoghi, anche attraverso una nuova consapevolezza nei consumi e nella produzione di energia”.
Il bando scadrà il 20 novembre: ci saranno altre occasioni per costituire una comunità energetica in futuro?
“Questo bando è riservato a tutti i Comuni del cratere 2009 e 2016. Ma c’è un fondo di garanzia di 2,2 miliardi nel Pnrr per tutti i piccoli comuni d’Italia, quelli fino a 5mila abitanti. Quindi il mio consiglio è di attivarsi comunque in anticipo per la presentazione di un progetto e le valutazioni di fattibilità, perché le occasioni non mancheranno”.
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