Jane Goodall aveva 26 anni quando si avventurò in Tanzania per studiare gli scimpanzè selvatici. Da allora, non ha smesso di svelare al mondo le loro capacità, proteggendoli dall’estinzione. L’età non spegne la passione per il mondo e per la pace
“Finché non avremo pace e armonia con l’ambiente, non vivremo mai in un mondo di pace”: sono le parole di Jane Goodall, la scienziata etologa e naturalista che oggi compie 90 anni e riceve messaggi di auguri da tutto il mondo. Perché Jane Goodall, nata il 3 aprile 1934 a Londra, è cittadina del mondo: un mondo che ha sempre amato e che ancora oggi continua a studiare con passione.
Era il 1960, quando si avvicinò per la prima volta agli animali che non avrebbe mai più abbandonato: gli scimpanzé, allora ben poco conosciuti. Appena 26 anni, armata di taccuino, binocolo e tanta passione, dall’Inghilterra volò in Tanzania, penetrò nella foresta di Gombe. Da lì aprì una straordinaria finestra su quelli che oggi, grazie a lei, sappiamo essere i parenti viventi più stretti dell’umanità. Goodall si immerse completamente nel loro habitat, per osservare dall’interno la loro complessa società: per giorni e giorni, osservò gli scimpanzé mangiare, farsi la toeletta a vicenda (grooming), chiamarsi in maniera fragorosa, fare un gran chiasso ecc. Stupì il mondo la sua scoperta che gli scimpanzé siano capaci di modificare uno strumento e manipolare utensili: all’epoca, si riteneva che questa fosse prerogativa soltanto dell’uomo.
Gli scimpanzé praticano il problem solving
Osservò anche altri comportamenti ritenuti fino ad allora esclusiva caratteristica dell’uomo: il ragionamento, il problem solving, le emozioni simili alle nostre, una complessa vita affettiva e sociale. In base alle sue scoperte, bisognò ridefinire la posizione dell’uomo all’interno del mondo e accettare gli scimpanzé come nostri simili. Ciò metteva ancora una volta in discussione l’unicità dell’essere umano. Un dettaglio non trascurabile: mentre scopriva tutto questo, Jane Godall non era laureata. A seguito delle sue scoperte, nel 1962, fu invitata dal professor Leakey all’Università di Cambridge: fu l’ottava persona alla quale fu permesso di studiare per un dottorato, senza aver prima ottenuto una laurea.
Dalla scienza all’azione
Ma studiare per lei non è mai stato abbastanza: voleva e doveva accompagnare la scoperta all’azione, all’impegno per la protezione e la conservazione, specialmente di fronte alle minacce di estinzione. Così, nel 1977 ha fondato il Jane Goodall Institute, per sostenere la ricerca a Gombe e aumentare la protezione degli scimpanzé nei loro habitat. Ben presto, ha iniziato a mobilitarsi contro la deforestazione e il declino delle popolazioni di scimpanzé in tutta l’Africa. E per far questo, ha coinvolto le comunità locali, consapevole del ruolo centrale che queste svolgono nel benessere degli animali e dell’habitat. Nel 1991, quando un gruppo di giovani confidò le proprie profonde preoccupazioni, li invitò a co-fondare Roots & Shoots, un programma che lavora con i giovani di 100 Paesi per promuovere una generazione di leader consapevoli e impegnati nella conservazione dell’ambiente.
Jane Goodall, un esempio di come l’età non sia un limite
Ancora oggi, la dottoressa Jane Goodall studia e comunica con tutto il mondo, a dimostrazione che l’età non pone limiti alla volontà e alla passione: scrive, interviene e stimola l’azione, incoraggiando ognuno di noi a “utilizzare il dono della nostra vita per rendere il mondo un posto migliore”. In quanto ambientalista e sostenitrice del trattamento etico degli animali, nel 2002 è stata nominata Messaggera di pace delle Nazioni Unite dall’allora Segretario generale Kofi Annan.
Un esempio per tutte le donne che lavorano nel campo scientifico
Nel corso degli anni, la sua attività di ricerca ha attratto molte donne, che prima erano pressoché assenti dal campo della primatologia. Oggi, anche grazie al suo esempio, le donne guidano il campo degli studi comportamentali a lungo termine sui primati in tutto il mondo. Ispira, inoltre, centinaia di migliaia di giovani e comunità ad unirsi al programma giovanile Roots & Shoots, oggi presente in 100 Paesi e in crescita: un grandissimo movimento per la conservazione ambientale, che offre ai giovani la conoscenza e la fiducia necessarie per essere protagonisti del loro tempo.
Sempre connessa con il mondo
Prima della pandemia, Jane Goodall viaggiava in media 300 giorni all’anno, parlando delle crisi ambientali e condividendo il suo messaggio di speranza. Oggi continua a connettersi con il pubblico di tutto il mondo, anche con il suo podcast, “Jane Goodall Hopecast“. Numerosi i riconoscimenti internazionali, tra cui, nel 2021, il Premio Templeton. Oggi il mondo intero rivolge alla dottoressa Jane Goodall i migliori auguri per i suoi 90 anni: tanti, ma troppo pochi per spegnere la sua vivacità intellettuale e la sua voglia di rendere il mondo un posto migliore per tutte e per tutti.
(Foto apertura: vitrolphoto/Shutterstock.com)
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