Esistono cibi, detti comfort food, che consentono di trovare una sorta di conforto emotivo, piuttosto che saziare una vera e propria fame.
Il termine “comfort food” fu usato per la prima volta in Florida negli anni Sessanta e da allora ha esteso la sua definizione. A partire dai cibi dell’infanzia per arrivare all’identificazione di tutto ciò che dà “calore”. In Italia i più amati sono il cioccolato e la pizza.
Oggi alcune terapie prevedono l’uso di comfort food per i pazienti anziani che tendono all’anoressia. Consumando cibi extra energetici, spesso ricchi di grassi, sale o zuccheri, nel nostro cervello si attiva un sistema di ricompensa in grado di stimolare il piacere e un senso di “pace emotiva”.
Comford food sì, ma attenzione alla dipendenza
Il meccanismo che può innescarsi con il cibo consolatorio può correre il rischio di diventare una dipendenza incontrollata. Soprattutto se il nostro comfort food rientra nel cosiddetto “cibo spazzatura”, fatto di alimenti industriali ricchi di grassi e zuccheri. Infatti sono proprio questi elementi i responsabili dell’attivazione di sostanze chimiche nel corpo in grado di provocare un senso di appagamento e gratificazione, che però dura poco e attiva ulteriormente nel cervello lo stimolo della fame.
Lo studio
Uno studio dell’Università belga di Leuven ha evidenziato come negli individui sani non obesi si attivino alcune aree cerebrali dopo aver ricevuto una notevole quantità di acidi grassi o soluzioni saline. In particolare, questa condizione si verifica dopo l’induzione di una sensazione di tristezza attraverso l’ascolto di musica e la visualizzazione delle immagini di volti tristi.
I risultati hanno dimostrato l’interazione tra emozioni e fame e tra assunzione di cibo e sensazioni indotte dai pasti. Queste possono avere conseguenze importanti come obesità, disturbi alimentari e depressione. Le aree del cervello che vengono attivate o soppresse a causa delle emozioni e dell’umore sembrano essere influenzate dall’emulsione di acidi grassi.
I segnali da non sottovalutare
È importante capire se si mangia “per noia” o per disagio e, di conseguenza, cercare di pianificare i pasti durante la settimana, o almeno per qualche giorno, a cadenza regolare, scegliendo alimenti come frutta, verdura, cibi integrali, latte e formaggi magri, carne, pesce e legumi.
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