Avere un elevato livello di istruzione, allenare la mente, non ammalarsi di diabete e di depressione, ridurre lo stress, evitare traumi alla testa e bruschi cali di pressione. E poi: mantenere sotto controllo la pressione, i livelli di omocisteina e il peso corporeo.
È le 10 regole per prevenire l’Alzheimer proposte dai ricercatori della Fudan University in Cina che hanno analizzato 395 studi in cerca dei principali fattori di rischio per la malattia neurodegenerativa. Un vademecum prezioso per ridurre il più possibile il rischio di demenza o almeno ritardare la comparsa dei primi sintomi.
I primi sospetti erano ricaduti su 21 elementi che sembravano in qualche misura favorire l’insorgere della patologia incurabile che colpisce nel mondo più di 44 milioni di persone con 10 milioni di nuove diagnosi all’anno e per la quale non esiste ancora alcuna cura. La rosa poi si è ristretta a 10 fattori che hanno dimostrato di avere un impatto maggiore rispetto agli altri sulla salute del cervello nello scatenare l’Alzheimer. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista specialistica Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry.
Ecco l’elenco dettagliato: basso livello di istruzione, ridotta attività cognitiva, ipertensione alla mezza età, ipotensione ortostatica (cali improvvisi della pressione quando ci si alza in piedi), diabete, elevato indice di massa corporea (BMI, body mass index), iperomocisteinemia, ripetuti traumi cranici, depressione, stress.
Primo: raggiungere un elevato livello di istruzione
Più tempo si passa sui libri, minore è il rischio di sviluppare demenza. Il cervello delle persone istruite pesa di più, ha una maggiore massa cerebrale. Il che è un vantaggio dato che la demenza riduce la materia grigia: procurarsi “pezzi di ricambio” nel corso della vita può servire a ridurre il danno.
Secondo: tenere in allenamento l’attività cognitiva
Mantenere il cervello attivo con esercizi come le parole crociate o i rebus aumenta la connessione tra le cellule cerebrali, un processo che viene interrotto in caso di Alzheimer.
Terzo: attenti all’ipertensione della mezza età
Un cuore sano favorisce un cervello sano. Le malattie cardiache causate dalla pressione alta influiscono negativamente sull’apporto di nutrienti al cervello.
Quarto: l’ipotensione ortostatica non va sottovalutata
Il giramento di testa avvertito quando ci si alza da seduti o da sdraiati è indice di un mancato afflusso di sangue e di ossigeno al cervello che a lungo andare può predisporre all’Alzheimer.
Quinto: il diabete va tenuto sotto controllo
Il diabete impedisce di regolare correttamente l’insulina che ha un ruolo chiave nel mantenere la comunicazione tra le nostre cellule cerebrali.
Sesto: l’iperomocisteinemia si contrasta con la dieta
L’omocisteina è un aminoacido presente in natura che attiva i meccanismi di difesa del nostro corpo, inclusi gli antiossidanti che prevengono il danno cellulare. Ma livelli elevati sono dannosi per il cervello. Consumare più folati e vitamina B12 può abbassare i livelli di omocisteina e ridurre il rischio di demenza.
Settimo: mantenere un adeguato indice di massa corporea
L’ideale sarebbe arrivare alla terza età né magri né grassi. Pesare troppo o pesare troppo poco sono entrambi fattori di rischio. L’indice di massa corporea dovrebbe essere tra 19 e 24 intorno ai 65 anni.
Ottavo: evitare assolutamente i traumi cranici
Diversi studi sui giocatori di football americano hanno dimostrato che i ripetuti traumi cranici possono contribuire a sviluppare la demenza.
Nono: la depressione può aumentare i fattori di rischio
Ancora non è chiaro se la depressione favorisca l’Alzheimer o sia solo uno dei sintomi della malattia. Tuttavia, molti studi suggeriscono che la depressione sia un fattore di rischio perché aumenta i livelli di sostanze chimiche dannose nel cervello.
Decimo: lo stress
Lo stress a lungo termine colpisce le cellule immunitarie del nostro corpo, che sono importanti per mantenere in salute il cervello. In particolare, l’aumento dell’ormone cortisolo provocato dallo stress può avere un impatto sulla memoria.
Gli altri fattori di rischio dell’Alzheimer
Questa è la top 10 dei fattori che espongono ad un maggiore rischio di Alzheimer, quelli con un’associazione più significativa con la malattia. Ma ce ne sono altri: disturbi del sonno, sedentarietà, carenze di vitamina C, problemi cardiovascolari e fumo. Insomma, la regola generale per allontanare le probabilità di venire colpiti dalla malattia neurodegenerativa è semplice: mantenere il più possibile in salute sia fisico che mente. E i dati epidemiologici sembrano confermare questo principio.
Ultimamente, infatti, è stato osservato un calo dei casi di Alzheimer nel mondo, nonostante l’invecchiamento della popolazione avrebbe lasciato immaginare il contrario. La strana tendenza può essere spiegata solo con una maggiore attenzione alla prevenzione, a un migliore stile di vita e un aumento del livello di istruzione.
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