Secondo l’OMS ogni anno si verificano oltre 37 milioni di cadute che richiedono cure mediche. Ictus, neuropatie, ipovisione, vertigini, sordità, osteoartriti, deficit cognitivi, sindrome di Ménière. E ancora: ridotto controllo della postura e della percezione di sé nello spazio, osteoporosi, rigidità articolare, decremento della forza muscolare. Ecco il parere del Professor Trabucchi, trattato durante il webinar, per prevenire e superare le cadute e i loro effetti.
Nella vita delle persone non più giovani alcuni eventi rappresentano un campanello d’allarme, una precisa indicazione per organizzare interventi adeguati rispetto alla propria salute. Quando un anziano cade è sempre un evento drammatico; la caduta rappresenta un evento attorno al quale devono muoversi una serie di attenzioni da parte della famiglia e dei medici chiamati ad intervenire. Ma che fare, concretamente?
Prevenire e superare le cadute e i loro effetti: i consigli
Un primo aspetto rilevante riguarda allertare l’anziano attorno al rischio di cadute e alla possibilità di prevenirle. Anche indipendentemente dalla rilevazione di specifici fattori di rischio. Inoltre, è necessario richiamare l’attenzione sul fatto che la caduta non deve mai essere minimizzata, come talvolta si è portati a fare, attribuendone la responsabilità a fattori intercorrenti di scarsa rilevanza. È invece necessario dare alla caduta il ruolo di evento che va analizzato con attenzione, senza drammi, ma anche senza banalizzazioni.
L’attenzione del medico
Una volta che il medico viene in contatto con un anziano che è caduto, con o senza conseguenze rilevanti, la sua attenzione deve prendere in considerazione sia gli aspetti strettamente clinici sia quelli legati alle modalità di vita. Se la caduta ha provocato un trauma o una frattura, è necessario mettere in atto specifici interventi, ben sapendo che questi non sono irrilevanti rispetto alla ripresa delle condizioni di benessere e di autosufficienza (ad esempio, è indispensabile in questa prospettiva che l’intervento ortopedico dopo una frattura di femore avvenga entro 48 ore, se si vuole garantirne un esito positivo).
I fattori da tenere in considerazione in seguito a una caduta
L’osservazione della persona caduta deve fondarsi su una ricostruzione accurata dell’evento, analizzandone tutte le fasi, partendo dalle condizioni ambientali. Inoltre, è necessaria un’accurata raccolta della storia clinica, accompagnata da un esame obiettivo, che tenga conto della pressione, della funzionalità cardiaca, del peso, della forza muscolare, delle funzioni cognitive, delle possibili malattie neurologiche (in atto, come una malattia di Parkinson o croniche come un ictus e, più in generale, del livello di autonomia motoria, in modo da definire i punti deboli che possono essere stati responsabili dell’evento caduta). Questi diversi aspetti spesso si associano tra di loro, innalzando fortemente il rischio che l’evento possa ripetersi entro breve tempo se non si interviene in modo adeguato.
Non è questa la sede per ricordare singolarmente i diversi punti sopraindicati. Si possono richiamare alcuni aspetti più evidenti, come l’ipotensione posturale, che può essere prevenuta con atti di cura e con la revisione dei trattamenti farmacologici e le limitazioni motorie, che impediscono un’adeguata capacità di reagire di fronte a particolari situazioni di difficoltà. In questa prospettiva ha uno spazio importante il dolore, perché limita la possibilità dell’anziano di muoversi con libertà e scioltezza. Ovviamente il problema della demenza, e delle relative difficoltà di orientamento e di previsione dei rischi, è centrale rispetto ad assicurare possibilità di movimento per l’anziano senza il rischio di cadute. In particolare, quando questi ha wondering bisogna esercitare un’attenzione del tutto particolare.
L’importanza di capire le abitudini
È necessario occuparsi delle modalità di vita della persona anziana per identificare i momenti più delicati rispetto al rischio di caduta. Questi sono, in particolare, il bagno, le alzate notturne, i movimenti dentro e fuori la casa. Si deve osservare a questo proposito che la contenzione non porta mai a risultati positivi. Anzi, un’ampia letteratura dimostra l’aumento delle cadute nelle persone contenute.
Talvolta è sufficiente richiamare l’attenzione del singolo e della sua famiglia sui momenti più critici, perché entrambi sono in grado di far tesoro delle indicazioni, prendendo i provvedimenti più opportuni. Spesso però è necessario invitare a cambiare le condizioni di vita, indicando l’esigenza di un supporto nel momento del bagno, del sonno notturno, del cammino. Tale supporto è legato in particolare alla presenza di una persona attenta e capace, generosa perché non sempre è facile “inseguire” gli spostamenti di una persona a rischio (si pensi, ad esempio, a chi è affetto da demenza con rilevanti disturbi comportamentali)
La “paura di cadere”, una vera e propria condizione
In generale chi è caduto (una o più volte) è sempre una persona fragile, sia sul piano somatico che psicologico. Ricordo a questo proposito che è stata definita una condizione chiamata “paura di cadere”, una vera è propria malattia che porta l’anziano a limitare gli orizzonti della vita. L’anziano va quindi seguito nel tempo, in particolare per gli aspetti che sono stati definiti tra i maggiori responsabili delle sue difficoltà. Un controllo periodico è sempre indispensabile, con frequenza che varia a seconda del livello di instabilità clinica (ma mai superiore ai sei mesi). Una valutazione multidimensionale, per quanto sintetica, deve essere ripetuta con frequenza perché il medico e gli altri operatori possano sempre disporre di una lettura aggiornata delle condizioni cliniche e psicosociali della persona a rischio di caduta e quindi possano adeguare le terapie farmacologiche ed i provvedimenti sullo stile di vita.
Conoscere per prevenire e superare le cadute
Le cadute possono coinvolgere anziani di diversa età; sono però sempre un evento pesantemente negativo. Nelle età molto avanzate, poi, da inizio ad una progressiva riduzione dell’autonomia e, in alcuni casi, anche della spettanza di vita. Talvolta, l’anziano si assoggetta con difficoltà le limitazioni suggerite dai medici alla famiglia. È quindi necessario convincerlo con gentilezza, senza però rinunciare al preciso dovere di convincerlo, ad adottare adeguati stile di vita. In questa logica le condizioni di povertà e di inconsapevolezza sono fattori particolarmente delicati rispetto alla possibilità di convincere l’anziano ad adottare comportamenti opportuni per evitare le cadute.
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