Era il 1977 quando in tutte le librerie uscì Shining, uno dei bestseller di Stephen King. Lo scrittore, all’età di 30 anni, aveva già pubblicato tre dei suoi romanzi più importanti fino ad arrivare ad un totale di 15 al compimento del quarantesimo anno d’età. Anche J.K. Rowling, la scrittrice che ha dato vita al fenomeno letterario di Harry Potter, ha raggiunto la celebrità ben prima dei 40 anni arrivando a collezionare ben 81 nomine per la letteratura per ragazzi.
Ma nonostante la maggior parte degli scrittori raggiungano la fama tra i 27 e i 40 anni, non esistono scadenze o limiti di età per prendere carta e penna e dar vita a storie e racconti. Ne sapeva qualcosa Charles Bukowski che, nonostante le numerose pubblicazioni di racconti e articoli, ha raggiunto il successo a 51 anni con il suo primo romanzo Post Office. Una sorte comune a quella di José Saramago che ha iniziato a guadagnare prima come meccanico di automobili, poi come traduttore e giornalista. Sebbene avesse pubblicato alcuni pezzi di letteratura all’inizio della sua vita, Saramago non ricevette attenzioni a livello internazionale fino al suo quarto romanzo Memoriale del convento, pubblicato nel 1982 quando aveva 60 anni.
Con lo sguardo rivolto per un momento a “casa nostra” non si possono certo dimenticare Andrea Camilleri e Luciano De Crescenzo, recentemente scomparsi: il primo è divenuto famoso a 67 anni, il secondo a circa 50. Entrambi non più nel fiore degli anni al momento del loro esordio, hanno poi avuto una vita letteraria intensissima che li ha condotti al successo. Basti dire, nel caso di Camilleri, che la scrittura ha preso il sopravvento quando ha abbandonato il lavoro come regista/sceneggiatore per sopraggiunti limiti di età. Un pensionamento, come dire?, pieno di risvolti positivi. Sia per lui che per i lettori.
In Irlanda, il tema della scrittura senior è molto sentito ed esistono numerosi seminari anche terapeutici dedicati interamente a persone over 60. Alcuni di questi sono specifici per chi ha subìto un lutto da poco e sono diretti soprattutto a chi è alle prime armi con la scrittura. L’iniziativa nasce sulla base di alcuni studi che dimostrano come scrivere possa aiutare le persone a rielaborare eventi traumatici o stressanti e favorisca il rilassamento e la serenità. Secondo i ricercatori, la scrittura di avvenimenti angoscianti aiuta a dare un senso agli eventi riducendo lo stress e agevolando la gestione delle emozioni.
Il processo di scrittura aiuta il nostro corpo e la nostra mente facendoci sentire più sereni e più sani. I benefici, infatti, sembrano tangibili anche a livello fisico: i senior che hanno partecipato ai workshop di scrittura, dopo alcune settimane, hanno affermato di avere meno acciacchi e di fare meno uso di farmaci. Un aspetto indagato anche da un team di ricercatori della Nuova Zelanda che ha monitorato 49 adulti sottoposti a biopsia per valutare i tempi di recupero dopo il piccolo intervento. Ai partecipanti è stato chiesto di scrivere i loro pensieri e sentimenti per 20 minuti, tre giorni alla settimana, per un periodo di quindici giorni consecutivi. Durante l’esperimento, è stato rilevato che il 76% degli improvvisati scrittori era completamente guarito già dopo undici giorni dall’intervento, mentre il 58% di coloro che non aveva scritto non si era ancora ripreso.
Scrivere i propri pensieri con regolarità o tenere un diario sono attività che vengono consigliate anche all’interno di percorsi per il trattamento di disturbi ansiosi e depressivi, per i disturbi alimentari e l’abuso di sostanze. La scrittura terapeutica, infatti, può aiutare a trovare un significato alle proprie esperienze, visualizzando le cose da una nuova prospettiva e portando anche a intuizioni importanti su se stessi e sulle proprie relazioni. Organizzare e aggiornare un diario permette di ordinare i pensieri e renderli comprensibili anche nelle situazioni più difficili, continuando ad allenare la propria creatività. Martin Seligman, il padre della psicologia positiva, utilizza la scrittura all’interno di uno dei suoi esercizi più celebri, quello delle “tre benedizioni”. Secondo lo psicologo, infatti, sarebbe sufficiente prendere l’abitudine di scrivere tre avvenimenti positivi alla fine di ogni giornata per migliorare significativamente il proprio umore e la propria capacità di resilienza.
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