L’esperienza raccolta in questo anno di pandemia da Covid-19 ha dimostrato che i cambiamenti negli stili di vita fanno la differenza. Possono persino essere utilizzati per migliorare la gestione dell’emicrania, nelle persone che ne soffrono.
«Dovremmo agire intervenendo sempre di più sugli aspetti comportamentali, per massimizzare l’effetto dei trattamenti farmacologici e ottenere i migliori risultati possibili per i nostri pazienti». Questo è quanto scritto nell’articolo Lessons from lockdown – behavioural interventions in migraine pubblicato sulla rivista Nature Review Neurology, a firma dei neurologi Licia Grazzi e Paul Rizzoli.
Già precedenti studi avevano messo in evidenza come il corso dell’emicrania potesse essere modificato grazie a interventi sul comportamento. Come fosse importante sostenere il paziente nell’affrontare cambiamenti nelle sue abitudini, nello stile di vita, nell’approccio alla gestione del dolore e all’uso di farmaci.
I due neurologi hanno basato le loro considerazioni sui risultati di alcuni studi svolti, in particolare, in Olanda e Italia nei periodi di lockdown. Questi ultimi hanno indicato come cambiamenti di alcuni elementi negli stili di vita e nel comportamento di persone affette da emicrania possano incidere in modo positivo nel decorso della malattia. Tra questi, ad esempio, l’utilizzo regolare di diari elettronici per tenere traccia delle crisi, la partecipazione a sessioni di mindfulness utilizzando applicazioni per smartphone.
«Il dolore, in particolare la cefalea – ha spiegato la dottoressa Licia Grazzi -, è multidimensionale, nel senso che ad esso contribuiscono componenti biologiche sensoriali e componenti affettive, interconnesse tra loro. L’osservazione ha mostrato in modo sempre più convincente che la combinazione tra terapie comportamentali e farmacologiche è essenziale per curare i pazienti con emicrania».
SINTESI DI: Emicrania e lockdown: Intervenire sugli stili di vita può migliorare il corso della malattia, www.panoramasanita.it, 02-03-2021
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