Rendere più belli e accoglienti gli ambulatori, le sale d’attesa e tutti gli spazi in cui vengono presi in carico i pazienti con disturbi mentali: è l’obiettivo del progetto di Lundbek, che ha preso il via a Milano e continua con interventi di ristrutturazione e decorazione in centri di tutta Italia.
Il bello fa bene, soprattutto a chi sta male. Sembra un gioco di parole, invece è un fatto dimostrato scientificamente: l’arte può curare, soprattutto quando la malattia è nella mente. Per questo, a Milano, ha preso il via nelle scorse settimane il progetto “Coloriamo i luoghi della salute mentale”. L’obiettivo è rendere esteticamente più belli i corridoi, le sale d’attesa, gli ambulatori frequentati dalle persone con disagio mentale. Una popolazione sempre più numerosa, visto che secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, sono più di 700 mila le persone con problemi di salute mentale: e parliamo solo di quelle “censite”, perché prese in carico dai servizi specialistici. Quasi il 70% di questi ha più di 45 anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha registrato un incremento di circa il 30% dei casi di depressione e ansia in seguito alla pandemia.
L’iniziativa promossa da Lundbeck Italia
I luoghi e gli spazi destinati alla presa in carico e alla cura di queste persone sono generalmente scarni, spesso angusti, poco accoglienti. Di qui l’iniziativa promossa da Lundbeck Italia, una delle poche aziende farmaceutiche al mondo focalizzate sui disturbi psichiatrici e neurologici, per ridisegnare gli spazi della cura, rendendoli più belli innanzitutto, ma anche più funzionali. Come? Con piccoli interventi di ristrutturazione, con un rinnovamento degli arredi, ma anche con l’installazione di vere e proprie opere d’arte: quelle che sono state realizzate grazie al concorso “People in mind”, promosso anche questo da Lumbeck Italia. L’iniziativa, giunta alla quarta edizione, invitava tutti, comprese le scuole, a rappresentare i disturbi mentali attraverso una forma d’arte a scelta tra disegno, pittura, fotografia digitale e video. Le centinaia di opere pervenute (qui le vincitrici dell’ultima edizione) potranno ora essere utilizzate per valorizzare i luoghi di cura.
Tutto inizia a Milano
Si è partiti da Milano, precisamente dal CPS-4 di Viale Puglie 33, che attualmente ha incarico circa 1.100 pazienti. Nei giorni scorsi è avvenuto il taglio del nastro, dopo il “restyling”. Sono state rinnovate la sala d’attesa e l’atelier, con nuovi mobili e colori delle pareti. In tutte e due le stanza, sono state installate alcune opere del concorso “People In Mind”, riprodotte digitalmente a parete intera.
“Grazie al restyling, potremo utilizzare la sala riabilitativa non solo per gruppi di terapia e per le riunioni, ma anche per attività espressive – ha spiegato Carlotta Palazzo, responsabile del Centro -. Avere a disposizione una stanza in cui è possibile non solo programmare colloqui di gruppo intorno a un tavolo, ma anche svolgere attività espressive e, spostando gli arredi, esercizi di rilassamento a terra, è stimolante sia per i pazienti che per gli operatori e consente di realizzare interventi più moderni e in linea con la trasformazione delle cure in psichiatria”.
Oltre il progetto “Coloriamo i luoghi della salute mentale”
Enrico Frisone, direttore sociosanitario dell’ASST Fatebenefratelli-Sacco ha evidenziato l’importanza di luoghi come questi in occasione dell’inaugurazione. “Il CPS-4 è la rappresentazione di quanto sia importante avere servizi nel cuore del quartiere che offrono luoghi nei quali la persona possa percepire sicurezza e disponibilità, non solo nella manifestazione di un bisogno acuto, ma nella quotidianità. In tutto ciò, l’arte e la bellezza del luogo rappresentano parte del processo di cura e questi spazi ne sono la prova tangibile”.
Il progetto “Coloriamo i luoghi della salute mentale” va avanti, coinvolgendo altri centri su tutto il territorio nazionale. Sarà condotta anche un’indagine, per misurare l’impatto dell’iniziativa sia sugli operatori sanitari che sui pazienti.
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