Colette Maze ha rilasciato di recente un’intervista al France Musique, il canale radiofonico pubblico nazionale francese. La signora del piano, infatti, è nota a tutti poiché compirà questo giugno 107 anni, ma non ha la minima intenzione di gettare la spugna.
«Qual è la sua età, signora Maze?», le hanno chiesto quelli del France Musique. «Ho l’età del mio cuore. Ma a partire dai sessantadue anni, l’età non si dice più», ha ironizzato lei.
La pianista più longeva
Ad oggi, presumibilmente, è la pianista più longeva ancora in attività. E l’aspetto più curioso è che per ottant’anni abbia fatto semplicemente l’insegnante di piano, mentre – solo a 84 – ha iniziato a incidere album in cui esegue capolavori. Nella fattispecie, di Debussy, il suo compositore preferito, di cui dice: «Il suo è un canto d’amore verso la natura».
La nascita
L’amore verso la musica, per Colette invece, inizia che è davvero piccina. Pensate che Madame Maze viene al mondo due settimane prima che Gavrilo Princip uccida a Sarajevo l’Arciduca Francesco Ferdinando e sarà proprio negli anni della Prima Guerra Mondiale che la futura pianista si innamorerà dell’idea di posare le sue dita su una tastiera.
L’erede del metodo
Secondo quanto lei stessa racconta, già a quattro anni provava a riprodurre i suoni che sentiva provenire dai ragazzi che si esercitavano nell’appartamento al piano sopra al suo ma soltanto dieci anni più tardi entrerà all’École normale de musique de Paris, dove seguirà i corsi dei celebri Alfred Cortot e Nadia Boulanger . E di Cortot, per altro, ad oggi, è rimasta l’ultima erede del “metodo”, uno stile che – secondo i professionisti della musica – favorirebbe la personalità alla tecnica premiando il musicista creativo più che quello didascalico e accademico. Creatività, dunque, contro maniera.
Il web la acclama
Sta di fatto che – proprio oggi – la musicista sta riscuotendo un enorme successo internazionale dovuto alla rete: ha una pagina Facebook raggiungibile digitando Colette Maze pianiste centenaire. Da un capo all’altro del web emerge la sua storia: lunga e affascinante. I suoi primi ricordi musicali – racconta ancora Maze – hanno a che fare con la Guerra del ’14. «Ricordo le canzoni militari e che, a quel tempo, c’erano cantanti per strada. Quando i miei genitori uscivano la sera, la domestica scendeva sotto casa a comprare gli spartiti e noi cantavamo».
Una pratica ormai centenaria
Una donna fuori dal comune con una passione fuori dal comune che neppure la lunga pandemia è stata in grado di arginare. Continua infatti a esercitarsi al piano quattro ore al giorno, ormai da oltre un secolo. Questo strumento, conforto e rifugio per la donna, l’ha sempre accompagnata anche nella vita privata. Ha un figlio, nato nel 1949, il cui nome è Fabrice Maze, apprezzato regista, che in più interviste ha sottolineato quanto sua madre sia di ispirazione per gli altri, specie in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo di pandemia.
E chissà che le passioni siano un autentico elisir di lunga vita… Per la musicista ultracentenaria: «Suonare aiuta lo spirito». In più, esercitarsi allena senza dubbio corpo e mente: «Come una ballerina, se non fa la sbarra tutti i giorni, la sera a teatro non danzerà. Per noi musicisti è lo stesso: devi misurarti con le difficoltà e superarle per riuscire veramente».
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