Dal Ministero del Lavoro il primo provvedimento per utilizzare i 5 milioni di euro stanziati dalla Legge di Bilancio 2022 per sostenere l’autonomia abitativa dei senior. Fissati i requisiti delle abitazioni: dovranno essere accessibili, sicure, residenziali, familiari, domotiche.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato sul proprio sito il decreto interministeriale dell’11 luglio 2022 con il quale, insieme ai Ministri della Salute e per le Pari Opportunità e la Famiglia, definisce i requisiti minimi per attuare progetti di cohousing degli over 65 in condizioni di difficoltà economica.
Sul cohousing over 65 siamo già in ritardo
Un provvedimento che arriva oltre il tempo massimo. È infatti la Legge di Bilancio 2022 (art. 1, commi 678-680) ad aver istituito un fondo da 5 milioni di euro, presso il Ministero dell’Interno, destinato alla coabitazione libera e volontaria fra persone che hanno superato i 65 anni di età per contrastare la solitudine e le difficoltà economiche. Prevedendo però che la concessione dei finanziamenti ai Comuni interessati avvenga sulla base dei criteri fissati attraverso un decreto interministeriale. Questo decreto avrebbe dovuto essere emanato entro i 2 mesi successivi al 1° gennaio 2022, data di entrata in vigore della Legge di Bilancio.
Peraltro, la pubblicazione del decreto interministeriale dell’11 luglio è solo la prima tappa del percorso attuativo. La ripartizione dei fondi stanziati dovrà infatti essere decisa con un successivo decreto del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, da adottare entro trenta giorni dall’emanazione del precedente decreto interministeriale. Che, calendario alla mano, sono già trascorsi.
Cosa prevede il decreto interministeriale
Ad ogni modo, secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2022, con il decreto dell’11 luglio vengono fissati requisiti tali da garantire “idonei spazi privati per il singolo anziano o per la coppia sposata o convivente di anziani che sceglie di aderire al progetto”. Questo attraverso il secco rinvio a quanto già disposto al punto n. 26 del decreto direttoriale n. 276 del 21 ottobre 2016 e all’art. 3, comma 4, del decreto interministeriale del 23 novembre 2016.
Accessibilità e sicurezza, privacy e tecnologia: ecco i criteri per l’abitare sociale dei senior
Il decreto direttoriale n. 276 contiene le “Linee Guida per la presentazione di progetti in materia di vita indipendente ed inclusione nella società di persone con disabilità per l’anno 2016”. Al punto 26, richiamato dalla nuova normativa, si prevede in particolare che le soluzioni abitative offrano ospitalità a non più di 5 persone. E che gli spazi siano accessibili, “organizzati come spazi domestici che possano essere vissuti come la propria casa, prevedendo ove possibile l’utilizzo di oggetti e mobili propri”. Nel rispetto delle misure di sicurezza e di prevenzione dei rischi, si garantisce inoltre la riservatezza dell’abitazione, in particolare delle camere da letto, preferibilmente singole, ed adeguati spazi per la quotidianità e il tempo libero. In ogni caso deve poi essere garantito il rispetto della volontà della persona che abita gli spazi di co-housing.
Criteri analoghi sono fissati dal decreto interministeriale del 23 novembre 2016, del Ministro del Lavoro di concerto con i Ministri della Salute e dell’Economia e delle Finanze. Il provvedimento ha dato attuazione alla legge sul “Dopo di Noi” (L. n. 112/2016) stabilendo i “Requisiti per l’accesso alle misure di assistenza, cura e protezione a carico del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilita grave prive di sostegno familiare”. In particolare, il decreto “Dopo di Noi” riserva un’attenzione specifica anche alla tecnologia per l’assistenza, promuovendo l’utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare l’autonomia dell’abitare, come quelle domotiche, di connettività sociale, assistive.
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