In Italia il sistema del “silver cohousing” è sempre più una realtà, e rappresenta una possibilità concreta per combattere la solitudine, ritrovare un senso di condivisione e godere di servizi assistenziali, sanitari e sociali a costi contenuti.
In Paesi come la Danimarca, la Svezia, il Regno Unito e gli Stati Uniti si tratta di un progetto che gode già di una normativa. In Italia invece siamo ancora indietro dal punto di vista legislativo, anche se il Decreto Anziani in discussione al Senato parla di promozione dell’autonomia, dell’inclusione sociale e dell’invecchiamento attivo, e le soluzioni abitative sono certo una componente fondamentale in tutti questi obiettivi.
I cohousing italiani
Gli esempi virtuosi non mancano e si stanno consolidando sul territorio. A Roma il Comune ha realizzato cinque strutture che ospitano un massimo di sei persone ciascuna e che godono del supporto diurno di operatori. Anche la Comunità di Sant’Egidio gestisce nella Capitale un condominio solidale dove vivono 30 senior in appartamenti singoli o condivisi, con l’aiuto dei volontari e dei vicini di casa.
A Lucca c’è il cohousing del Moro, che offre agli over 60 appartamenti autonomi con una camera o coabitazioni con stanze singole e doppie con bagno ad uso esclusivo e zona giorno in condivisione. A Milano c’è la casa condivisa per anziani autosufficienti e famiglie in condizioni di fragilità nel Borgo sostenibile di Figino, con 321 alloggi, dei quali 207 in locazione a canone convenzionato. A Modena e a Ferrara ci sono Ca’ Nostra e Solidaria, fra le prime esperienze di cohousing in Italia.
Cohousing o cohousing intergenerazionale? Il parere dei notai
Il Decreto Anziani ipotizza due soluzioni abitative per gli anziani, ossia il senior cohousing e il cohousing intergenerazionale, che prevede la convivenza con giovani in condizioni economicamente svantaggiate.
A questo proposito si è espresso positivamente anche il Consiglio Nazionale del Notariato, che in una recente audizione in Commissione Affari sociali al Senato ha sottolineato gli aspetti positivi del cohousing, in una prospettiva in cui fra meno di vent’anni gli over 65 in Italia saranno il 60% delle persone sole, per un totale di 6,1 milioni di individui.
Nuove forme di contratto
La proposta del Notariato è di inserire nel Decreto uno schema contrattuale nuovo, dedicato alla coabitazione con fini sociali, che dia certezza al rapporto di convivenza che si va a instaurare, in base alle esigenze di tutti gli abitanti, che si tratti di proprietari o inquilini, la cui struttura appartenga a un ente pubblico o a una società privata.
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