Il Consiglio Europeo ha avanzato una proposta per migliorare l’efficientamento energetico degli edifici nei paesi membri: dal 2033 la classe D sarà quella energetica media.
La conversione in classe D. In attesa che all’inizio del prossimo anno il Parlamento Ue approvi la revisione, il settore edilizio italiano si prepara a una fase di rinnovamento importante. Una fase necessaria perché quasi il 60% degli edifici che attualmente risultano certificati si trovano in classe G o F.
La proposta del Consiglio Ue
La proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica fa parte del pacchetto Fit for 55, che prevede il conseguimento della cosiddetta neutralità climatica entro il 2050.
In Europa gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas serra. Perciò gli edifici privati di nuova costruzione dovranno essere in classe A, mentre quelli esistenti dovranno ottenere una certificazione almeno di classe E; gli stabili di proprietà di enti pubblici dovranno essere a zero emissioni entro il 2028, e in questo modo il consumo medio di energia del parco immobiliare residenziale sarà equivalente alla classe D.
L’impatto in Italia
Se la proposta sarà approvata, gli immobili che in Italia sono per la maggioranza in classe F o G, perderebbero valore commerciale, e le banche potrebbero vedersi costrette a erogare mutui solo per abitazioni in regola con l’attestato di prestazione energetica. I tempi consentirebbero comunque di provvedere al miglioramento.
Il consumo di suolo
L’obiettivo dell’Europa, con questo provvedimento, è quello di stimolare le ristrutturazioni per contenere il consumo di suolo, che in Italia ha ormai raggiunto la media di 2 metri quadri al secondo per 19 ettari al giorno. Le costruzioni ricoprono 21.500 Km2 di suolo nazionale, e gli edifici rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato.
Contenere il consumo di altro suolo è possibile proprio cominciando a intervenire sugli oltre 310 km2 di edifici non utilizzati e degradati in Italia, una superficie pari all’estensione di città come Milano o Napoli.
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