La città di Bergamo è ufficialmente entrata a far parte della rete delle città Age-friendly, con l’ammissione al Global Network of Age-friendly cities and communities. Aveva fatto richiesta di adesione nell’agosto scorso.
Nel corso di questi anni l’Amministrazione di Bergamo ha sostenuto – tramite numerose azioni – l’invecchiamento attivo. Ha promosso relazioni di supporto ai non autosufficienti, ha lavorato per favorire il mantenimento dell’anziano nel suo contesto di vita e limitato il ricorso al ricovero in strutture dedicate. Tutto questo impegno ha fatto sì che le venisse riconosciuta l’adesione alla rete delle città Age-friendly.
Cos’è la rete di città a “misura di anziano”
Il Global Network è un’iniziativa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. È stato istituito nel 2010 per mettere in rete aree urbane, comunità e organizzazioni di tutto il mondo con una visione comune: creare luoghi ideali in cui invecchiare bene. L’appartenenza alla rete riflette l’impegno delle città ad ascoltare i bisogni della popolazione senior. Ma anche la capacità di lavorare con i cittadini per dare vita ad ambienti fisici e sociali positivi. Attualmente la rete comprende 1.445 fra città e comunità di 51 Paesi diversi.
La richiesta presentata da Bergamo
La richiesta di adesione della città di Bergamo è nata all’interno del “Laboratorio della domiciliarità”. Si tratta di un tavolo di confronto partecipato fra 25 soggetti (Comune, sindacati, enti, associazioni e soggetti del terzo settore) che, dal 2020, progetta e sperimenta soluzioni per rispondere ai bisogni e alle aspettative della popolazione over 65.
I progetti, dalla tutela alla partecipazione degli over 65
L’idea del Laboratorio è valorizzare i Centri per tutte le età favorendo così l’integrazione e lo scambio fra generazioni. Ma anche quella di promuovere l’alfabetizzazione digitale e i percorsi culturali erogati dalle Università della terza età.
Altro obiettivo è quello di incoraggiare la partecipazione degli over 65 a gruppi di volontariato civico a favore della collettività. Sono interessati anche servizi sociali che integrino gli interventi di assistenza, protezione e tutela alle persone anziane non autosufficienti, magari mediante sostegni economici per l’inserimento in strutture residenziali. Nel progetto sono previste misure di protezione giuridica e l’erogazione di contributi economici a sostegno dei caregiver, stanziati da fondi nazionali o regionali.
Di certo l’ammissione alla Rete internazionale ha premiato l’impegno dimostrato dall’amministrazione comunale sui temi del sostegno alla fragilità, come dichiarano coloro che hanno promosso il Laboratorio della domiciliarità. Ma il riconoscimento conferma anche un’altra cosa: il valore delle misure attivate. Ora l’impegno dovrà essere quello di mantenere costante nel tempo il disegno di una Bergamo Age-friendly.
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