Il governo di Pechino lancia un ambizioso piano decennale per il sostegno agli anziani e all’economia. Il declino demografico per la politica del figlio unico
La Cina sta invecchiando rapidamente. Il 21% dei suoi cittadini ha più di 60 anni e la percentuale è destinata ad aumentare entro il 2035, quando circa un terzo della popolazione sarà anziana. Per affrontare il declino demografico, il Governo ha messo in atto politiche per la natalità che ad oggi non hanno dato i risultati sperati. Intanto a gennaio il Partito comunista cinese e il Consiglio di Stato hanno pubblicato nuove linee guida per migliorare i servizi di base per gli anziani.
Un nuovo modello di assistenza entro il 2035
L’obiettivo è di costruire entro il 2029 un efficiente sistema di servizi per la terza età alla base di una riforma dell’assistenza prevista per il 2035. Il nuovo sistema di servizi si occuperà di persone con nulla o bassa autonomia e sarà “inclusivo, equo e sostenibile”. In una conferenza stampa a fine gennaio Tang Chengpei, viceministro per gli affari interni, ha assicurato che l’ottimizzazione dei servizi per gli anziani migliorerà la loro qualità di vita.
Le linee guida per il sostegno agli anziani
Le linea guida diffuse dal Governo e dal Partito esortano le amministrazioni ad includere nelle politiche di rilancio delle aree rurali lo sviluppo dei servizi di assistenza agli anziani. In particolare, se in età avanzata, non pienamente autosufficienti o con disabilità. Incoraggiano poi l’istituzione di sistemi di valutazione dei talenti e di regolamenti per le professioni correlate al settore dei servizi per gli anziani. Chiedono alle scuole professionali di istituire programmi pilota per migliorare la formazione.
In caccia di talenti per la silver economy
Le direttive dedicano molto spazio anche alla silver economy. Incoraggiano le aziende a sviluppare prodotti per gli anziani, dagli elettrodomestici high tech ai pacchetti turistici ad hoc. La Cina è pronta ad investire nell’uso di robot umanoidi e nell’intelligenza artificiale. “Gli anziani, in particolare nati dopo il 1960, hanno la volontà e la capacità di consumare prodotti e servizi”, afferma Liu Ming, commissario per lo sviluppo e la riforma, sul China Daily. “Hanno visioni e abitudini di consumo moderne, simili a quelle delle giovani generazioni”, ha aggiunto. “A sua volta, una fiorente silver economy può spingere aziende o istituti di ricerca a creare più prodotti e servizi per gli anziani“.
Il controllo delle nascite e la politica del figlio unico
Un forte impulso all’attuale situazione demografica è venuto dalla politica del figlio unico introdotta da Deng Xiaoping e in vigore dal 1979 al 2016. Una legge del 2002 proibiva alle coppie di avere più di un figlio, con l’eccezione delle famiglie contadine, che possono averne due soltanto, nel caso il primo sia una femmina. La quota di neonati era stabilita dalle autorità centrali ed era previsto un sistema di sanzionamento pecuniario e discriminazione per le coppie che violano il divieto.
L’invecchiamento della popolazione preoccupa Pechino
Nel 2013 la politica del figlio unico viene abolita e vengono introdotti aiuti statali per il terzo figlio. Contestualmente, negli ultimi anni, la Cina ha aumentato gli investimenti nel settore dei servizi agli anziani. Dal 2019 al 2024, le spese fiscali per servizi e sussidi per gli over hanno superato i 560 miliardi di yuan (76,4 miliardi di dollari). Con una crescita annuale dei finanziamenti dell’11 % nei cinque anni. Ma lo stesso Partito Comunista Cinese resta preoccupato per le conseguenze economiche dell’invecchiamento della popolazione e del calo demografico.
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