Sono venuti alla ribalta internazionale per la prima volta un anno fa, quando il Coronavirus ha fatto la sua comparsa in Cina. I juweihui – ovvero i comitati di quartiere – venivano ripresi dai media nei vari momenti della giornata. Li si vedeva impegnati a prendere la temperatura, a fornire cibo e mascherine, ad assicurare il severo rispetto delle misure di sicurezza.
Come funziona un comitato di quartiere in Cina
In realtà, in Cina, lo juweihui rappresenta la prima cellula amministrativa del Partito. Di solito è composta da residenti e volontari locali. I juweihui sono di fatto “gli occhi e le orecchie” del quartiere, con il doppio compito di vigilare e garantire la sicurezza. Svolgono anche un ruolo attivo nella propaganda e, diversamente da quanto accade per le associazioni di quartiere in Occidente, si attengono alle direttive imposte dall’alto. Una differenza non da poco.
Solo a Shangai il juweihui impiega migliaia di persone. Ogni singola famiglia della città è sotto la sua giurisdizione. I suoi membri, guidati dal segretario, vengono eletti ogni cinque anni con i voti dei residenti, dei rappresentanti di quartiere e di altre istituzioni governative. I comitati di quartiere svolgono i compiti più disparati. Si occupano di sedare le liti tra vicini, ma anche di seguire tutti gli aspetti della quarantena, dalla fornitura del cibo ai documenti medico/burocratici. Ai volontari è richiesto di lavorare almeno quattro ore al mese e di svolgere una miriade di compiti, dalla raccolta dei rifiuti alle visite domiciliari agli anziani.
Una giornata da volontario raccontata da un giornalista
Per raccontare meglio lo spirito del volontariato in Cina, Andy Boreham, un giovane reporter neozelandese, da tempo residente a Shangai, ha deciso di offrirsi volontario per un giorno presso la Comunità di Guilinyuan, in uno juweihui che si occupa di tre complessi residenziali, abitati da circa 3.200 persone.
Il segretario del juweihui locale è una donna. Si chiama Hou Yaqin e lo accoglie con una tazza d’acqua bollente. È una mattinata gelida, ma prima che l’acqua si raffreddi abbastanza da poterla sorseggiare, i due sono già in movimento.
Prima tappa: una ispezione alla stazione di smistamento rifiuti per verificare la raccolta differenziata. A questa attività – certamente non molto piacevole – solitamente partecipano i residenti in pensione. È comunque una buona occasione per fare quattro chiacchiere e incontrare altri condomini.
Con gli anziani nel parco
Il sole splende luminoso, quando Hou suggerisce di fare un salto al prossimo obiettivo. «Ogni volta che il tempo è così bello – racconta – agli anziani piace uscire e fare un po’ di esercizio fisico nel parco».
Qui, infatti, è allestita una palestra per la terza età che il comitato controlla regolarmente per verificarne la sicurezza. Immediatamente dopo aver distribuito agli anziani presenti cartoncini di buona fortuna per il Capodanno cinese appena trascorso, Andy si imbatte nei loro piccoli e grandi problemi quotidiani, che i volontari cercano di risolvere, dalla consegna del cibo alla mancanza di un ascensore.
Dopo aver ripulito le aiuole dai rifiuti, aver controllato le acque di un ruscello, appeso locandine, effettuata un’ispezione con un agente di polizia locale, visitato un anziano in dialisi e partecipato a una riunione per il verde del quartiere, la giornata è finalmente conclusa. Andy ammette di aver imparato molto sullo spirito di comunità del popolo cinese e sulla sua ben nota capacità di organizzazione.
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