Dopo una vita spesa fra le montagne a lavorare come guida alpina, passione che aveva sviluppato sin da adolescente, Chris Ayres ha incontrato il mare e la barca a vela.
“Era il 2001 – racconta oggi – e avevo 53 anni quando il mio amico Don Brown, conosciuto durante un’arrampicata, mi invitò ad unirmi a lui per salpare su una barca a vela che aveva appena noleggiato.”
In quella esperienza Chris capisce che non vuole solo far parte di un equipaggio, ma desidera diventare un marinaio esperto ed essere al comando di una barca tutta sua. Così ne compra una, piccola, e poi una più grande, la Sea Bear. Con lei fra il 2014 e il 2017 parte alla scoperta delle coste spagnole, portoghesi, marocchine, di Capo Verde. E poi attraverso l’Atlantico fino alla Martinica e ai Caraibi, raggiunto poi dal figlio alle Isole Galapagos per alcune settimane. Attenderà due stagioni prima del viaggio fino alla Nuova Zelanda. Quest’anno la sua storia è diventata un libro, “La follia di un pensionato: navigando 15.400 miglia in una piccola barca dal Regno Unito alla Nuova Zelanda”.
All’avventura sin da piccolo
Amante dell’avventura sin da bambino, Ayres divora il libro di memorie di John Caldwell, ambientato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che salpa a bordo di una barca a vela, senza alcuna esperienza, per raggiungere la sua fidanzata che si trova all’altro capo del mondo. “Mi piaceva l’idea che si potesse semplicemente salire su una barca e partire – racconta – ma avevo sempre pensato che la vela non fosse alla portata di tutti, ma solo per i ricchi.”
Quando decide di fare il giro del mondo, l’amico che dovrebbe accompagnarlo si ritira e Ayres resta solo, e sceglie comunque di partire. “Avevo già navigato prima in solitaria, ma non in aperto Oceano, dove ti ritrovi in mare anche per 24 ore di fila – spiega oggi – ma poi la soddisfazione più grande è sapere che ce l’hai fatta con le tue forze, e con quelle del vento. È davvero incredibile.”
Quando è scoppiata la pandemia Chris Ayres si trovava in Nuova Zelanda, ed era in viaggio da ormai sei anni. Sia lui che la sua Sea Bear sono stati rimpatriati, lui in aereo e la sua barca su una nave cargo.
“Rifarei tutto da capo – dice oggi a 73 anni Ayres – ma questa volta vorrei condividere i miei viaggi con qualcuno, perché è questo l’aspetto che mi è mancato.”
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