Il cioccolato, con le sue proprietà nutrizionali, è diventato oggetto di una ricerca scientifica per dimostrare se possa essere un valido aiuto contro la malnutrizione negli anziani con declino cognitivo. Il progetto si chiama Choko-Age e coinvolge il Centro di ricerca “Sport, montagna e salute” e la sezione di Scienze Motorie del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università degli Studi di Verona, oltre agli atenei di Perugia come partner principale e quelli di Liverpool nel Regno Unito, Molde in Norvegia, e Incliva in Spagna.
L’obiettivo di Choko-Age
Per tre anni i ricercatori di questo gruppo internazionale studieranno la relazione tra invecchiamento, declino cognitivo, attività fisica e malnutrizione nella popolazione over 65, partendo dal fisiologico calo di peso legato alla perdita di massa magra nei senior. L’obiettivo è di verificare gli effetti della malnutrizione sulla massa magra e sulla forza muscolare attraverso un intervento combinato di attività fisica e assunzione calibrata di cioccolato, proprio per capire se si possa contrastare la diminuzione progressiva della funzionalità muscolare e del livello di autosufficienza.
Il trattamento
Il trattamento consiste in un’attività individuale da svolgersi comunque in un contesto di gruppo all’interno della palestra di Scienze Motorie. Si tratta di programmi specifici adatti all’età e alle condizioni fisiche, in grado di sviluppare la massima forza degli arti inferiori e sviluppare le capacità aerobiche. All’esercizio fisico sarà abbinata l’assunzione di una monoporzione di cioccolato, arricchito di polifenoli e vitamina E, con azione antiossidante a beneficio della muscolatura.
“Polifenoli e attività fisica sono noti per abbassare i livelli di cortisolo negli anziani”, ha spiegato in una nota Massimo Venturelli, docente del Dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’Università di Verona. “Ma questo effetto è stato maggiormente studiato per le sue implicazioni clinico-comportamentali, non per i suoi esiti metabolici sul tessuto muscolare e nel processo legato all’invecchiamento.”
Questi aspetti saranno analizzati per la prima volta in soggetti anziani con declino cognitivo, particolarmente a rischio di denutrizione e di conseguenza di atrofia muscolare, e sarà valutato anche come l’apporto di vitamina E, combinato con l’attività fisica, possa prevenire l’ossidazione cellulare.
“Choko-Age è una ricerca multicentrica”, ha spiegato durante la presentazione della ricerca Anna Pedrinolla, docente nella sezione di Scienze Motorie dell’Università di Verona. “Auspichiamo che porti significativi benefici per rallentare e contrastare la perdita di peso involontaria nella popolazione anziana con declino cognitivo. Si tratta di un combinato di strategie efficaci e non farmacologiche che si installano nell’ottica di migliorare la qualità della vita. Le persone che hanno già aderito si sentono motivate perché svolgono esercizio fisico personalizzato ma stanno in gruppo e questo accresce e potenzia gli aspetti relazionali. Inoltre sanno di essere prese in cura attraverso valutazioni che comportano fiducia e affidamento”.
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