Anche l’istruzione contribuisce ad allungare la vita, insieme a una serie di fattori come l’accesso all’assistenza sanitaria, la riduzione della povertà, i progressi tecnologici, i servizi igienico-sanitari e i diritti.
Ogni anno trascorso a scuola o all’università aumenta l’aspettativa di vita. Non studiare invece può danneggiare la salute tanto quanto il fumo e l’alcol. Questo è emerso da uno studio pubblicato su The Lancet. Public health che ha analizzato oltre 10 mila dati raccolti in 59 Paesi fra quelli industrializzati e in via di sviluppo.
Lo studio incide sulla longevità, l’indagine
Dall’analisi dei dati è risultato che il rischio di mortalità si riduce del 2% per ogni anno di educazione a tempo pieno completato: in pratica chi completa l’intero ciclo di studio frequentando la scuola primaria e secondaria per 13 anni ha una riduzione del rischio di mortalità del 26%. Per chi completa anche un percorso universitario si arriva al 34%.
Di contro, in coloro che non hanno frequentato nemmeno un anno di scuola, gli effetti negativi equivalgono al consumo di cinque o più bevande alcoliche al giorno, o a fumare quotidianamente dieci sigarette per dieci anni.
I benefici sono maggiormente evidenziati nelle fasce d’età più giovani, con una riduzione media del rischio di mortalità del 2,9% nei 18-49enni, rispetto a una riduzione dello 0,8% per gli over 70. L’analisi ha anche rilevato che i miglioramenti nella longevità sono simili nei Paesi ricchi e in quelli poveri, indipendentemente dal sesso e dalla classe sociale.
I benefici dell’istruzione
L’associazione fra istruzione e aspettativa di vita era già nota da tempo, ma questo studio la conferma, numeri alla mano. Come ha spiegato uno degli autori, Claire Henson, dati di questo tipo ricordano l’importanza di investire nell’istruzione per ridurre la mortalità nei Paesi più poveri.
A livello italiano, il tema era già stato sollevato nell’Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione, pubblicato dalla rivista dell’Associazione Italiana di epidemiologia. Il 18,3% della mortalità generale tra gli uomini e il 13,4% tra le donne è dovuta a un basso livello di istruzione, considerato che essere istruiti significa avere migliori connessioni sociali, essere in grado di comprendere meglio le informazioni, guadagnare di più, avere un migliore accesso alla sanità, soprattutto in quei Paesi dove il sistema si basa sulle strutture private.
© Riproduzione riservata