Sabato i funerali di Papa Francesco, dopo i giorni di lutto previsti. Il Conclave in programmazione dopo il 5 maggio. Ma chi sono i cardinali favoriti per ricoprire la carica lasciata vacante?
Cinque giorni di lutto nazionale in Italia e i funerali previsti per sabato. Mentre la grande macchina organizzativa va avanti per la preparazione dell’ultimo saluto a Papa Francesco, si pensa al Conclave. Il momento per l’elezione del nuovo pontefice avrà inizio dopo il 5 maggio. E anche se la corsa al soglio pontificio non è ancora formalmente iniziata, cominciano a farsi strada il nome di chi sarà il prossimo Papa. Sono quindici i nomi dei “papabili”, ma si tratta ovviamente di una lista ipotetica e non esauriente.
Chi sarà il prossimo Papa? I nomi dei più accreditati
Cominciamo con gli esponenti dell’area europea. In Italia spicca Pietro Parolin (70 anni), segretario di Stato Vaticano, numero due per quasi tutto il pontificato di Francesco. C’è poi Pierbattista Pizzaballa (60 anni): il patriarca di Gerusalemme dei Latini è il principale esponente cattolico in Medio Oriente. “Papabile” anche Matteo Maria Zuppi (69 anni), arcivescovo di Bologna, è – tra le altre cose – presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Claudio Gugerotti (69 anni), esperto del mondo slavo, consultato da Papa Francesco sulla guerra tra Ucraina e Russia, è Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali nel 2022.
La Francia è rappresentata da Jean-Marc Aveline (66 anni), arcivescovo di Marsiglia, che si batte per il dialogo interreligioso e culturale e la difesa dei migranti. Tra i più accreditati anche lo svedese Anders Arborelius (75 anni) è vescovo di Stoccolma ed è stato nominato nel 2017 primo cardinale svedese in un Paese a stragrande maggioranza protestante. Viene da Malta, invece, Mario Grech (68 anni), vescovo emerito di Gozo nonché segretario generale del Sinodo dei vescovi.
Spiccano anche i nomi di Peter Erdo (72 anni), arcivescovo metropolita di Esztergom-Budapest, e di Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo. Quest’ultimo è uno specialista dei rapporti culturali tra Europa e Asia.
Dall’Asia all’America, passando per l’Africa
Anche l’Asia ha i suoi due papabili di peso. Si tratta di Luis Antonio Tagle (67 anni) delle Filippine – arcivescovo emerito di Manila – e Charles Maung Bo (76 anni) del Myanmar, arcivescovo di Yangon e primo cardinale del Myanmar.
Nel continente africano spiccano le figure di Peter Turkson (76 anni) del Ghana – è arcivescovo emerito di Cape Coast, nonché Cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze – e i congolese Fridolin Ambongo Besungu (65 anni), arcivescovo di Kinshasa.
Tra i candidati più accreditati anche gli statunitensi Robert Francis Prevost (69 anni) – arcivescovo-vescovo emerito di Chiclayo – e Timothy Dolan (75 anni), arcivescovo di New York.
Papa Francesco ha nominato oltre il 70% degli elettori del conclave
Papa Francesco ha presieduto dieci concistori durante il suo pontificato, superando così Giovanni Paolo II che ne aveva presieduti nove in quasi 27 anni, stabilendo un record. L’ultimo risale al 7 dicembre 2024, quando ha creato 21 nuovi cardinali. Con le sue nomine, Francesco, ha ridefinito il profilo del collegio cardinalizio, delineando il conclave che eleggerà il nuovo pontefice. Con il concistoro dello scorso dicembre, ha, infatti, nominato oltre il 70% degli elettori del prossimo conclave, modellandolo secondo i principi della sinodalità, dell’apertura verso le periferie e della riforma ecclesiastica.
Oggi il collegio cardinalizio è meno europeo rispetto all’inizio del pontificato del papa argentino nel 2013. I cardinali europei sono meno del 45% degli elettori, a fronte del 52% nel 2013. L’Africa e l’Asia, invece, sono più presenti all’interno del collegio, segno del cambiamento verso una Chiesa più globale e meno eurocentrica. Papa Francesco ha anche diminuito il peso delle tradizionali potenze cattoliche come Italia e Francia. Sebbene gli italiani siano ancora i più rappresentati, con 17 elettori, il loro peso è diminuito. Queste non sono solo scelte politiche, ma pastorali: la nomina di cardinali di diocesi ‘periferiche’ sottolinea una preferenza per una Chiesa vicina ai bisogni locali.
Tra tradizione e innovazione: la Chiesa divisa in vista del prossimo Papa
L’eterogeneità dei profili dei cardinali include tradizionalisti, moderati e riformisti e rende complesso prevedere l’elezione del prossimo papa, anticipando la possibile difficoltà che i cardinali del prossimo conclave facciano fatica a raggiungere un consenso unanime su chi guiderà la Chiesa nel prossimo pontificato, ha osservato, ad esempio, il teologo Luca Colacino in un articolo per il magazine della Treccani. Infatti, il collegio cardinalizio si presenta sempre più frammentato in termini di sensibilità teologiche e culturali.
Se da un lato questa pluralità è una ricchezza, dall’altro potrebbe portare a tensioni interne nel discernimento del successore di Francesco. Alcuni cardinali sono più orientati verso una Chiesa missionaria e riformista, altri potrebbero sostenere una linea più tradizionale. Qualsiasi saranno le difficoltà, queste valgono la nobile direzione indicata dal Papa di rendere la Chiesa di Roma sempre più integrata nella sua innata vocazione universale.
© Riproduzione riservata