“Check-up”, termine anglosassone usatissimo in Medicina, che trova una fertile applicazione nell’età (pre)geriatrica. Ma si tratta di una buona pratica o di eccesso di zelo? Quali gli accertamenti sullo stato generale di salute che dobbiamo pianificare per affrontare l’invecchiamento con consapevolezza e serenità? Ne parliamo con Alberto Cester, direttore del Reparto di Geriatra nel distretto di Dolo e Mirano (Venezia) dell’Azienda 3 “Serenissima” del Veneto, nonché autore del best seller Vecchiaia per Principianti, edito da Laterza.
A cinquant’anni non si è (più considerati) vecchi. Professor Cester, quando comincia la vecchiaia?
Si ritiene che la soglia sia quella dei 65 anni, ma questa non è ancora un’età geriatrica per gli uomini e le donne del nostro tempo, sebbene l’ingresso nella vecchiaia “vera” sia suscettibile di mille sfumature individuali.
Che fare per poter (o sperare di) invecchiare senza il peso della multimorbilità?
La nostra salute e la nostra longevità sono determinate in parte dai geni ereditati dai nostri genitori, ma molto dipende da noi, dalla volontà di vivere positivamente questa nuova stagione, perseguendo uno stile di vita corretto: dieta equilibrata, attività fisica costante e riposo adeguato. Sull’ambiente possiamo agire per ora ben poco…
A che età dobbiamo prendere in considerazione l’utilità di un check-up completo?
Dopo i 50 anni bisognerebbe sottoporsi periodicamente agli screening che la medicina moderna consente. Mammografia e Pap test per le donne, controllo della prostata ed esami urologici per gli uomini, e ricerca del sangue occulto fecale per entrambi, questi – anche per scongiurare il pericolo di cancro al seno, al collo dell’utero, alla prostata e al colon – dovrebbero diventare una sana abitudine preventiva, come un bel colloquio annuale con il proprio medico curante.
Quali sono gli altri appuntamenti medici da non mancare con il passare degli anni?
Il controllo degli apparati cardiovascolare e respiratorio, della vista, dell’udito e delle malattie dismetaboliche, come il diabete. E non trascurare le vaccinazioni: contro l’influenza, lo pneumococco, l’herpes zoster e, per chi si prende cura dell’orto, contro il tetano.
Cuore e ossa sotto controllo
«L’apparato cardiovascolare deve essere sin da giovani oggetto di cura – ci dice il professor Cester -. Un tracciato elettrocardiografico l’anno potrebbe bastare se non si è portatori di aritmie, vizi valvolari e ipertensione. In tal caso, su indicazione del propri medico è necessario approfondire con ulteriori accertamenti tra i quali ecocardiogramma, prove da sforzo, Holter delle 24 ore ecc. E fare maggiore attenzione alla dieta e al controllo del peso, per il governo del colesterolo, dei trigliceridi, dell’acido urico e della glicemia. L’eccesso ponderale, oltre a esporre a condizioni di rischio cardiovascolare e a problemi metabolici, rende più inclini alle patologie osteoarticolari. Vertigini, variazioni di pressione, sincopi sono spesso causa di cadute traumatiche. La genesi di tali episodi va sempre indagata attentamente. La causa delle cadute può essere rintracciata anche nell’instabilità posturale dovuta a precedenti eventi neurologici, a condizioni articolari, a disturbi nervosi periferici, alla sarcopenia (riduzione di volume, tono, forma e capacità della muscolatura, specie degli arti inferiori). O all’osteoporosi: una malattia sistemica dell’apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale del tessuto osseo. Questa situazione, porta ad un maggiore rischio di frattura – in particolare vertebre, femore, polso, omero, caviglia – per traumi anche minimi. Fattori predisponenti alla patologia che colpisce soprattutto le donne in post-menopausa sono familiarità, sedentarietà, magrezza, fumo, terapie cortisoniche o con farmaci ad azione ormonale dopo neoplasia mammaria e alcune terapie per neoplasie prostatiche. I maschi italiani con l’osteoporosi sono un milione. Un esame specifico come la densitometria Dexa può evitare che eventi traumatici anche banali siano fonte di severe infermità».
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