Il bianco della neve che scende a fiocchi, il rosso delle decorazioni su ogni cosa, alberi luminosi, festoni, pacchetti. Nelle pubblicità resiste l’idea di un Natale immutabile. Da qualche anno, però, all’appello manca proprio lui, l’inverno, per via del cambiamento climatico.
Paesaggi imbiancati, tanto freddo, camini accesi, cappotti pesanti, alberi decorati, festoni e il mondo che si ferma per qualche momento. Così siamo stati abituati a pensare il Natale. Così continuano a raccontarcelo gli spot natalizi. Quello tra la festa più amata di tutte e la pubblicità è sempre stato un rapporto felice e intenso. Tanto prolifico che è difficile fare una classifica delle réclame più belle a tema. Il filo conduttore è sempre quello delle emozioni. Emozioni che nascono anche da una stagione, quella invernale, che porta con sé la magia della neve.
Verrebbe da chiedersi se è arrivata prima l’atmosfera natalizia o è stato il marketing pubblicitario a crearla. È un po’ come la storia dell’uovo e la gallina: chi è nato prima? In qualche modo la pubblicità ha contribuito a creare un’immagine del Natale. Ha impacchettato tutto in una serie di temi rassicuranti che conosciamo da tempo e che ci aspettiamo di vedere ogni anno, quasi fossero lo specchio della realtà. Il problema, però, è che la situazione, con il cambiamento climatico, è mutata drasticamente. A Rovaniemi, in Lapponia, ad esempio, nella terra di Babbo Natale, se prima la neve cadeva a metà ottobre e resisteva sino a maggio, adesso non scende prima di fine novembre sparendo già ad aprile. E proprio uno dei simboli del Natale, le renne, rischiano l’estinzione.
Tutto questo non potevano immaginarlo quando nel 1877, in Italia, apparve su un noto quotidiano la prima pubblicità natalizia. Era solo un’inserzione per la vendita di torrone, cioccolatini, caramelle e altro. E neppure quando i destini di Babbo Natale e della Coca Cola si sono incrociati in un lontano Natale del 1930, da allora e per sempre. Per anni il passare delle stagioni è stato scandito non solo dal calendario, ma “anche” dalle pubblicità. Sono state loro a dettare i tempi, il ritmo, a ricordarci le feste.
Sopravvissuti alla sbornia consumistica degli Anni ’80, molte aziende oggi ci propongono valori come famiglia, solidarietà, comunità. Che poi è il vero senso del Natale. Ottimo, verrebbe da pensare, se non fosse che l’immagine pubblicitaria è distante anni luce dalla realtà. Rispetto a quanto sta accadendo al pianeta, la perdita della nostra visione del Natale – ovviamente – è cosa da poco. C’è il rischio però, continuando ad alimentare l’illusione che tutto sia come vent’anni fa, di negare l’evidenza di una crisi climatica che sta intaccando il nostro futuro. Raccontarsi un Natale con la neve, mentre fuori imperversano 20°C può essere surreale. Oltre che inutile. Anche per questo il servizio postale norvegese “Posten”, lo scorso Natale, ha prodotto una pubblicità che evidenzia il peso dell’attività dell’uomo sull’ambiente. Protagonisti, Babbo Natale e Madre Natura, una vecchia coppia che dopo anni di convivenza si sta per separare. Ritroveranno l’armonia? Cercatela su YouTube, guardatela e… provate a non commuovervi.
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