Fra il terzo trimestre del 2022 e gli ultimi tre mesi del 2023, l’occupazione in Italia è cresciuta di 470mila unità, mentre le persone in cerca di lavoro si sono ridotte di 60mila.
Continua a salire l’occupazione. “Mai visti tanti occupati in Italia”, dice l’ultimo Rapporto Censis “Il senso del lavoro nella comunità produttiva e urbana di Bologna”. Oltre ad un focus sulla città metropolitana capoluogo dell’Emilia Romagna, l’indagine ha analizzato gli elementi di novità del mercato del lavoro italiano (sempre più over 50), attraverso i dati sull’occupazione e sulla percezione del lavoro da parte dei cittadini.
Chi non cerca lavoro
Se l’occupazione cresce, l’Italia resta comunque un Paese dove quasi 12 milioni e mezzo di persone in età lavorativa (15-64 anni) non lavorano e non sono alla ricerca di un impiego. All’interno di questa fascia di popolazione, quasi il 10% dichiara di non partecipare perché scoraggiato dagli esiti negativi della ricerca, mentre 2,8 milioni di non occupati affermano di non potere o non voler lavorare per motivi familiari (per il 96% si tratta di donne).
Secondo il Censis, se si dovessero recuperare nella parte attiva dell’offerta di lavoro le persone oggi rinunciatarie, ci sarebbero 3,6 milioni di occupati in più. L’Italia sarebbe più vicina quindi ai livelli occupazionali degli altri Paesi europei.
Diminuiscono i giovani, crescono gli over 50 nel mondo del lavoro
Accanto al problema dell’inattività, che alimenta il divario di genere, c’è un’altra tendenza in atto. La base occupazionale formata dai giovani fra i 15 e i 34 anni si è ridotta di circa 360mila unità negli ultimi dieci anni, mentre i lavoratori con più di 50 anni sono cresciuti di 2,7 milioni, dei quali 840mila nelle Regioni nord-occidentali e 639mila in quelle nord-orientali. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, i tanti lavoratori senior di oggi non potranno essere rimpiazzati, una volta in pensione, da altrettanti giovani a causa della denatalità.
Un cambio di mentalità
Secondo l’indagine del Censis, circa due terzi degli italiani ritengono che il lavoro non sia più centrale nella loro vita, e che rappresenti sono un mezzo per garantirsi un reddito. A pensarla così è il 63,1% degli occupati e il 52,2% dei disoccupati, e il 63,7% dei sessantacinquenni contro il 60,7% dei 18-35enni. Tre quarti degli intervistati pensano che in Italia il lavoro ci sia, ma poco qualificato e sottopagato.
Tra gli occupati, il 36,2% degli intervistati indica come motivazione principale per la ricerca di un nuovo lavoro quella di ottenere un guadagno più alto, mentre il 36,1% cerca un maggiore riconoscimento del proprio livello di competenze; il 6,9% teme di perdere il lavoro attuale, e la restante parte del campione cerca la possibilità di avere orari e tempi più in linea con le esigenze familiari. Gli intervistati di ogni età condividono l’importanza del tempo libero, e la necessità di essere tutelati e avere giuste ricompense in cambio di sacrifici in più sul lavoro, come le ore di straordinario e un maggiore impegno.
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