Una ricerca giapponese dimostra l’efficacia della riprogrammazione cellulare per la rigenerazione della retina, aprendo nuove prospettive per il trattamento di patologie corneali e l’utilizzo delle cellule staminali cordonali.
Uno studio pubblicato sulla rivista “The Lancet” da un gruppo di oftalmologi dell’Università di Osaka ha dimostrato la possibilità di rigenerare la retina danneggiata utilizzando cellule staminali del sangue riprogrammate. La ricerca, condotta su tre pazienti affetti da gravi compromissioni della vista, ha aperto scenari rivoluzionari nel trattamento di patologie oculari, in particolare quelle che colpiscono la cornea e portano alla cecità.
La rivoluzione delle “cellule ringiovanite”
Lo studio ha infatti evidenziato come la riprogrammazione delle cellule staminali – riportandole a uno stato “più giovane” – le renda capaci di rigenerare il tessuto danneggiato. Questo risultato apre la strada all’utilizzo delle cellule staminali cordonali, già naturalmente più giovani di quelle del sangue, per scopi terapeutici ancora più ampi.
“Un risultato straordinario che apre le porte a tantissime possibilità future” ha commentato Luana Piroli, direttore generale e della raccolta di In Scientia Fides, l’unica banca di conservazione di staminali cordonali in Italia. “Se in questo studio sono state utilizzate cellule del sangue riprogrammate, per le staminali cordonali il processo sarebbe ancora più rapido, trattandosi di cellule già più giovani”.
Il focus della ricerca
La ricerca si concentra su casi in cui le lesioni corneali causano la cecità, a seguito della morte delle cellule staminali che mantengono la cornea vitale; un processo che porta allo “spegnimento” della retina e alla conseguente perdita della vista. “Fino ad oggi la soluzione era il trapianto di cornee da donatore, con tutte le relative problematiche – ha spiegato Piroli -. Grazie a questa ricerca, invece, abbiamo dimostrato come le staminali ‘ringiovanite’ possano aiutare i pazienti a recuperare la vista. Un ottimo punto di partenza che aumenta il valore della conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale”.
Una speranza per il futuro
La riprogrammazione delle cellule staminali potrebbe ampliare significativamente l’utilizzo terapeutico delle cellule staminali cordonali. L’approccio, che utilizza cellule “ringiovanite” senza ricorrere a cellule embrionali, supera le problematiche etiche connesse alle cellule embrionali, aprendo nuove prospettive per la cura di diverse patologie. La conservazione delle cellule cordonali, già oggi utilizzabili per diverse terapie approvate dal Ministero della Salute, rappresenta quindi un investimento per la salute futura, garantendo un prezioso patrimonio biologico con un potenziale terapeutico in continua espansione, anche a livello familiare.
La strada della auto-rigenerazione
In tal senso, la ricerca giapponese pubblicata su “The Lancet” offre una concreta speranza per i pazienti affetti da gravi malattie oculari e segna un importante progresso nella medicina rigenerativa. La possibilità di rigenerare tessuti danneggiati con cellule del paziente stesso apre la strada a terapie personalizzate, più efficaci e con minori rischi di rigetto rispetto ai trapianti tradizionali.
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