In Italia è aumentata la sopravvivenza ai tumori, ma resta il nodo gordiano dei comportamenti. Soprattutto tra gli over 65, comunque protesi a mantenere uno stile di vita non adatto alla patologia che stanno attraversando.
Dal recente volume I numeri del cancro in Italia 2019 – a cura di Aiom, Airtum, Fondazione Aiom, Passi, Passi d’Argento e Siapec-Iap – emergono certamente dati confortanti sul calo del numero di malati nel nostro Paese. Gli italiani che vivono dopo la diagnosi di cancro sono il 5,3% del totale della popolazione (3.460.025). La cifra, in costante crescita fra il 2006 e il 2015, ha iniziato a diminuire dal 2016, ultimo dato disponibile nel nostro Paese, anno in cui i decessi attribuibili ai tumori hanno riguardato 100.003 uomini e 79.499 donne.
Ma vediamo meglio i dati: a cinque anni dalla diagnosi, sopravvivono di più sia le donne (il 63%) che gli uomini (il 54%). Almeno un paziente su quattro, pari a quasi un milione di persone, è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito.
Quanto alle differenze territoriali, la sopravvivenza a cinque anni più alta si registra, per gli uomini, in Valle D’Aosta (61%), Emilia-Romagna e Toscana (56%) e, per le donne, in Emilia-Romagna e Toscana (65%).
Stefania Gori, presidente nazionale Aiom e direttore del Dipartimento Oncologico dell’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, ha sottolineato che la mortalità ha iniziato a ridursi già fra il 2003 e il 2014 in entrambe i sessi e attribuisce tale risultato a più fattori: la prevenzione primaria, in particolare la lotta al tabagismo, la diffusione degli screening su base nazionale, i miglioramenti diagnostici, i progressi terapeutici (chirurgici, farmacologici, radioterapici) e la diffusione su larga scala della gestione multidisciplinare dei pazienti oncologici.
Uno studio ha stimato i rischi di morte per tumore legati allo stile di vita specifico degli italiani (fumo, alcol, eccesso ponderale, dieta e inattività fisica). Dalla ricerca si è evidenziato un rischio complessivo oscillante nella media dal 37,9% al 43,8%, con una percentuale più alta negli uomini (46,7%) che nelle donne (26,8%).
Maria Masocco, responsabile del sistema di sorveglianza della popolazione over 65 Passi d’Argento (Istituto Superiore di Sanità), ha approfondito lo studio per quanto riguarda gli anziani: sono poco meno di 2 milioni gli italiani over 65 che hanno ricevuto una diagnosi di tumore, di questi 2 su 10 dichiarano di essere in pessime condizioni fisiche e psicologiche. Secondo i risultati, inseriti nel volume I numeri del cancro in Italia 2019, il 22% degli over 65 che riferisce una diagnosi di tumore dichiara di essere in pessime condizioni di salute, il 19% è depresso. Crescono le disabilità legate a vista e udito e sono più frequenti le cadute e la riduzione dell’autonomia.
L’indagine ha riguardato un campione di 22.811 over 65 residenti in Italia. Di questi, circa il 13% (3.019 soggetti) ha riferito di aver ricevuto una diagnosi di tumore, pari a circa 1.730.000 anziani. Quanto agli stili di vita, l’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato che gli anziani affetti da questa patologia mantengono abitudini scorrette come il fumo, l’abuso di alcol, la sedentarietà o lo scarso consumo di frutta e verdura. Questi stili di vita rappresentano fattori di rischio per recidive tumorali o aggravanti delle varie forme di cancro. Fra gli ultra 65enni con diagnosi di tumore resta non trascurabile la quota di coloro che continuano ad essere fumatori abituali (11%). Il 18%, inoltre, fa ancora un consumo di alcol rischioso per la salute (superando il limite di un’unità alcolica al giorno indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per gli ultra 65enni), mentre il 40% dichiara di essere sedentario. Anche la copertura vaccinale contro l’influenza è lontana dalla soglia ottimale: solo il 58% di chi ha avuto una neoplasia ha seguito poi il consiglio di farlo.