Pochi giorni fa il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha inviato al Parlamento la Relazione sul Benessere equo e sostenibile per il 2020, un documento che analizza l’evoluzione degli indicatori in questo settore rapportati alle previsioni dell’ultima Legge di Bilancio.
È il terzo anno che si punta a inserire nei provvedimenti economici del Governo indicatori, per quanto possibile oggettivi e rilevabili, di “benessere sociale” della popolazione e, come spiega il Ministro Gualtieri in premessa, la Relazione BES «documenta come le misure previste dalla Legge di Bilancio 2020 intervengano positivamente su molteplici aspetti, dall’inclusione sociale all’ambiente, dal lavoro al benessere economico, dalla salute all’istruzione».
Ma andiamo ad analizzare, in estrema sintesi, i dati sulla salute contenuti nel documento. Per quanto riguarda la speranza di vita alla nascita, nell’ultimo decennio, il trend è stato di crescita costante, passando dagli 81,4 anni del 2009 agli 83,0 del 2018. A questa buona notizia si aggiunge il fatto che la speranza di vita in buona salute, cresciuta fra il 2009 e il 2016 (da 56,4 a 58,8 anni) e poi ridottasi fra il 2017 e il 2018 (58,5), inverte la tendenza. Secondo la Relazione questo incremento sarà di 4 mesi (da 58,5 a 58,9 anni) fino al 2022 .
Un altro dato rilevato sulla salute riguarda l’eccesso di peso in età adulta che, dal 2016, è stabile e pari al 44,8% della popolazione residente in Italia. Le misure sulla sugar tax prese nell’ultima Legge di Bilancio puntano, fra l’altro, a contenere questo rischio per la salute e, si legge nella relazione, dovrebbero incidere anche “sulla speranza di vita in buona salute” .
Visto che anche la criminalità influisce sulla percezione di benessere dei cittadini è interessante notare il dato fornito dalla Relazione BES in tema sicurezza, perché sembra sfatare alcune diffuse convinzioni. Nella serie storica dei dati dal 2005 al 2018 le classi di età più avanti negli anni non sembrano essere le principali vittime di borseggi e rapine. Ciò si conferma in particolare nell’ultimo anno (2018) in cui emerge una minore incidenza di vittime di borseggio tra le classi di età 35-44 anni e 45-54 anni, sia a livello complessivo che per genere. Per quanto riguarda le rapine, si legge nella relazione sul Bes “la minore incidenza di vittime si registra tra la popolazione di 55-64 e 65 anni e più, sia a livello complessivo che per genere. In generale, le donne sono sfavorite rispetto agli uomini per quanto riguarda il reato di borseggio, mentre nel caso delle rapine la situazione si inverte”.
Altri dati positivi contenuti nel documento riguardano la crescita del reddito disponibile degli italiani, la riduzione dell’indice di disuguaglianza (previsto in discesa dal livello di 6,0 del 2018 a quota 5,6 nel 2021 e 2022) e il calo dell’indice di povertà assoluta.
Per quanto riguarda quest’ultimo dato, l’incidenza più elevata (fra il 2005-2018) riguarda le famiglie giovani (18-34 anni e 35-44 anni) rispetto a quelle con persona di riferimento in età matura (45-54 anni e 55-64 anni). Infine, le famiglie con una persona di riferimento over 65 fanno registrare una contenuta riduzione dell’indicatore di povertà assoluta (appena lo 0,3%).