Monsignor Paglia, alla guida della “Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana”, il 1 settembre ha presentato all’Esecutivo il progetto di riforma su “L’abitazione come luogo di cura degli anziani”.
Un progetto per garantire l’assistenza domiciliare
Alla presenza del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del Ministro della Salute, Roberto Speranza, Paglia ha illustrato la “Carta dei Diritti degli Anziani e dei Doveri della Società”. Un documento redatta dalla Commissione istituita presso il Ministero della salute. Il Progetto prevede una legge delega in materia e una regia per far dialogare governo, enti locali e Terzo settore. Al centro, un cambio di prospettiva: dare priorità alla cura degli anziani nella propria abitazione.
Il sostegno del Governo contro la solitudine e l’emarginazione
Si tratta di assicurare un “continuum assistenziale”, rivolto ai 14 milioni di over 65 a rischio di dipendenza e solitudine. Un obiettivo possibile con il ripensamento della rete territoriale e tenendo conto delle diverse condizioni dell’anziano. Una rivoluzione culturale che richiede un iter parlamentare per l’approvazione di una riforma attuabile con gli investimenti già previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Il lavoro della Commissione è straordinario», ha riconosciuto Draghi. «Si tratta di una iniziativa di enorme rilevanza sociale ed etica. L’Italia deve garantire i diritti degli anziani e il rispetto della dignità della persona».
Cosa dice la Carta dei Diritti degli Anziani e dei Doveri della Società
Il documento si divide in tre parti. La prima “Per il rispetto della dignità della persona anche nella terza età”, elenca i diritti dell’anzianità che, pur non citati in Costituzione, trovano fondamento nell’art. 2 e nell’art.3. La seconda, “Per un’assistenza responsabile”, riguarda i doveri dei medici, degli operatori sanitari e delle istituzioni. L’ultima, “Per una vita attiva di relazione”, ribadisce il diritto degli anziani ad una vita in convivenza, con la possibilità di accedere a servizi culturali e ricreativi. Pur in presenza di limitazioni psicofisiche e contro ogni forma di isolamento e emarginazione.
Una “rivoluzione copernicana”
Monsignor Paglia ha descritto la proposta, come “una vera e propria rivoluzione copernicana”. “Si tratta del rovesciamento del paradigma che vuole gli anziani emarginati dal flusso della società, elemento irrilevante della esistenza, scarto e peso per gli altri”. Al contrario, sottolinea il Prelato, “li vogliamo al centro, nelle loro case, nelle periferie delle grandi città così come nei Comuni delle aree interne a rischio di spopolamento”.
Le novità in breve
Tra gli obiettivi presentati (rete locale, unificazione delle commissioni, integrazione tra aspetti sociali e salute), l’istituzione di 1.000 centri diurni per anziani con demenze o patologie croniche, incentivazione al cohousing e un nuovo ruolo per le RSA. Queste ultime sono infatti chiamate a svolgere una importante funzione nella riabilitazione e ad assicurare servizi lungo tutto il continuum assistenziale.
Un messaggio per tutte le generazioni
L’impegno a mantenere l’anziano nel proprio ambiente è anche un incentivo a mantenere vive le periferie delle metropoli e delle aree a rischio di spopolamento. Si pone anche come uno dei pilastri per rinsaldare il “patto generazionale”, incrinato dagli effetti della pandemia. Si tratta di una riorganizzazione che ben si inserisce nel PNNR che destina 4 miliardi ad anziani, disabili e fragili. Un modo per mostrare ai più giovani che anche le ultime stagioni della vita possono trascorrere in serenità.
(Foto di copertina: https://www.governo.it/it/media/il-presidente-draghi-incontra-monsignor-paglia/17810)