La riforma del codice civile messa a punto dal governo della Catalogna renderà più facile diseredare quei figli o quei nipoti con i quali il rapporto familiare è pessimo o assente.
La mancanza “manifesta e continuata” di relazioni familiari come causa di diseredazione. Questo in sostanza alla base della modifica chiesta al Codice Civile (art. 451) dal legislatore della Catalogna che tiene conto di un aspetto della realtà sociale, seppure non molto presente. Da un lato figli che non si curano sufficientemente dei propri padri (o nonni), dall’altro la conseguente volontà di questi ultimi, testimoniata dagli stessi notai, di privare della quota legittima questi eredi “indegni”.
Il parere del Tribunale Supremo spagnolo
In altre parole, la ratio della norma risiede nella perdita sempre più frequente dei legami familiari. La modifica, peraltro, è in netto contrasto con il Tribunale Supremo spagnolo (la Catalogna è una regione autonoma), che recentemente si è pronunciato contro la richiesta di una donna che aveva diseredato due nipoti con i quali non aveva avuto più rapporti dopo la morte del figlio. I magistrati dell’Alta Corte hanno ritenuto che, per quanto dolore provochi in una persona l’allontanamento dai parenti più stretti, questa assenza “manifesta e continuata” di un rapporto familiare non costituisce abuso e, quindi, non è motivo di diseredazione.
Le novità introdotte dal testo
Di tutt’altro avviso, appunto, la Catalogna dove l’assenza manifesta e continuata di un rapporto familiare è già causa di diseredità. Il nuovo testo legislativo peraltro introduce tre grandi cambiamenti in questo senso, a vantaggio del testatore anziano. Anzitutto, include espressamente l’abuso psicologico, equiparandolo a grave abuso del testatore, già previsto come motivo per privare un erede dei suoi diritti. In secondo luogo, sarà il diseredato a dover provare di essere stato ingiustamente escluso dall’eredità. Infine, la riforma prevede la riduzione da 10 a 4 anni del termine di prescrizione delle legittime. Il che significa che, chi è stato diseredato, ha un minor tempo per scoprirlo e fare opposizione.
Il dibattito tra gli addetti ai lavori
La questione ha sollevato un vespaio di polemiche, soprattutto tra gli addetti ai lavori. Già attualmente è infatti difficile addurre elementi che provino la volontà di “abbandono” del diredato, che invece potrebbe essere causata da forze maggiori a lui non imputabili.
Albert Domingo, membro dell’Ordine dei Notai della Catalogna, difende la riforma. “Su 100 persone che vengono in ufficio per fare testamento, più di 95 lo lasciano ai figli, ma c’è anche chi ha un pessimo rapporto con un discendente. Racconta che questo lo picchia, lo deruba, non lo saluta per strada o gli dice che per lui è morto. E quell’anziano non accetta l’idea che si godrà i suoi beni quando morirà”, dice Domingo. Tuttavia, non tutti gli specialisti in diritto successorio accettano di eliminare questo limite alla libertà di testamento. C’è chi pensa che sia sufficiente ammorbidirlo e altri che raccomandano di mantenerlo.
In Italia ha ancora senso parlare di quota legittima?
Nel nostro Paese attualmente è impossibile diseredare un figlio, escludendolo dalla parte spettante, a meno che non venga dichiarato indegno dal tribunale. Peraltro la procedura, che possono intraprendere sia il genitore che gli eredi, è complessa e prevede casi specifici. Del resto la tutela della legittima spettante per legge nella società odierna svolge di fatto una funzione sociale. Alla base, la preoccupazione del legislatore di garantire a ciascun figlio la sua parte di eredità, poiché in passato era frequente la scomparsa del genitore poco oltre i 50 anni, con il conseguente abbandono della prole in giovane età. Una motivazione che forse non avrebbe più ragione d’essere, sia per l’innalzamento dell’età media che per la trasformazione della famiglia da tempo in atto nella società.
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