Nessun posto è più bello della propria casa. Ma come renderlo anche il più sicuro? Con le (sempre) valide indicazioni delle Forze dell’ordine e strizzando l’occhio alle tecnologie smart
La casa è il luogo della memoria, è quella sensazione di piacevole intimità che nasce dal respirarne gli odori, dall’attraversare il corridoio buio senza cadere perché ogni mattonella, ogni angolo, ogni oggetto è così rassicurante nella sua familiarità. Ma questa serenità è minacciata dalle notizie di cronaca, dai racconti dei vicini e persino dalle premurose (ma allarmanti) raccomandazioni di amici e familiari. Tuttavia, creare una ambiente di vita familiare sicuro non solo è possibile ma è anche un diritto, esercitabile col buon senso e, laddove questo non basti, con le ultime novità tecnologiche.
Quell’insopprimibile bisogno di sicurezza
Nella piramide di Maslow (che individua la scala dei bisogni dell’essere umano, dai più indispensabili ai più complessi), la sicurezza si pone al secondo livello, poiché l’uomo, per vivere, deve in buona sostanza poter contare sul senso di stabilità e protezione derivante da un’ottima salute e da un ambiente protetto. Due condizioni troppo spesso minacciate dalle circostanze esterne. Secondo uno studio condotto dal Censis per una nota casa di sistemi di allarme, negli ultimi dieci anni i furti in abitazione sono diminuiti pur rimanendo un pericolo reale: nel 2021 ne sono stati commessi 124.414, con una media di 341 al giorno, in riduzione rispetto ai 165.329 denunciati nel 2019, ma in crescita del 13,6% rispetto al 2020. La stessa fonte ci ricorda anche i rischi di incidenti in ambito domestico (fughe di gas, incendi…), che vedono coinvolta in maggioranza la popolazione over 65. Si tratta naturalmente di due ordini di problemi differenti, nessuno dei quali però, fortunatamente, è esente da un’adeguata soluzione.
Chi ha paura del lupo cattivo?
Ogni anno le Forze di Sicurezza attivano campagne di informazione per sensibilizzare gli anziani (ma non solo), spesso condotte in luoghi di aggregazione, come le parrocchie, le associazioni o i centri di ascolto. Le linee guida di autodifesa, valide per tutte le età, sono poche e facilmente memorizzabili: accertarsi di non essere seguiti al rientro in casa, togliere sempre la chiave dalla serratura (un’abitudine che resiste nei piccoli centri), non aprire a sconosciuti, anche se in divisa, senza prima aver contattato – in caso di dubbio – il 112, numero unico di emergenza. È anche importante non essere mai soli in caso di interventi manutentivi per evitare truffe o furti e, per lo stesso motivo, non tenere a portata di mano denaro o preziosi. Naturalmente esistono vari deterrenti per allontanare il rischio di intrusione: inferriate, telecamere, videocitofoni, porte blindate e sistemi di allarme. Se fondamentale è poi rinsaldare i rapporti con il proprio vicino (in fondo non c’è osservatore più acuto), anche avere un cane per amico diminuisce il rischio di visite indesiderate; l’importante, raccomanda la Polizia di Stato, è che trascorra la notte all’interno dell’abitazione, al riparo da eventuali malintenzionati. Ultimo ma non ultimo, nell’era dei social è poi sempre buona regola non rendere pubblico l’indirizzo di casa né specificare se si vive soli, ed evitare di fornire questo tipo di indicazioni sui siti di incontri. Ma si può fare anche di più.
Più sicuri con la domotica
Oggi si parla molto di domotica (neologismo nato dalla fusione delle parole domus e informatique), una nuova scienza che applica le tecnologie di ingegneria informatica e di elettronica per una gestione coordinata e computerizzata degli impianti tecnologici casalinghi – climatizzazione, gas, acqua, energia, impianti di sicurezza – migliorandone la funzionalità e la sicurezza e assicurando nel contempo il risparmio energetico. Una casa domotica è una casa progettata strutturalmente da esperti per essere “intelligente”, con la capacità di attivare meccanismi e dinamiche senza input da parte di chi vi abita. Tra le applicazioni di domotica troviamo – in primis – il sistema di allarme (non solo antifurto ma anche per segnalare fughe di gas, fumo o allagamento), la videosorveglianza, l’illuminazione automatizzata, il controllo carichi di corrente per il risparmio energetico e la prevenzione di blackout da sovraccarico, la termoregolazione e il riscaldamento il controllo degli elettrodomestici, l’irrigazione, la diffusione sonora, l’apertura e la chiusura automatizzata di porte, tende, persiane.
L’Internet delle cose
In pratica, rientrando a casa, troveremo già le tapparelle alzate, un clima perfetto e, perché no, una musica rilassante di sottofondo. Ma se una casa domotica non è proprio alla portata di tutti (dati i costi di progettazione e installazione), molto più democratica è la scelta di una “smart home”. Il termine fa riferimento al cosiddetto Internet of things (acronimo IoT, in italiano l’Internet delle cose) e indica tutti i prodotti che utilizzando la connessione internet, le app per smartphone (come quelle per controllare una telecamera in appartamento) o i semplici comandi vocali (vedi Alexa di Google) sono in grado di automatizzare una serie di attività per ottimizzare i consumi e garantire più comfort. L’Internet of things può sempre essere introdotto in una casa, anche indipendentemente da una progettazione di stampo domotico: è infatti sufficiente avere accesso al web.
Vivere in una smart home? È possibile!
Con una spesa contenuta è dunque possibile controllare gli apparecchi più comuni: il riscaldamento e l’aria condizionata, gli elettrodomestici, le persiane, gli impianti antincendio, di irrigazione e video-sorveglianza. Il tutto per poter vivere in un’abitazione sicura, automatizzata e user-friendly. Ma cosa può fare in concreto una casa intelligente? Anzitutto migliorare la sicurezza, sia attraverso un impianto di telecamere, sia attivando sistemi in grado di rilevare fughe di gas, incendi, allagamenti o guasti all’impianto elettrico. Il tutto a vantaggio delle bollette e dell’ambiente. È poi in grado di gestire l’apertura e la chiusura di porte e finestre, di creare un clima perfetto regolando il condizionatore e di dare la giusta dose di acqua alle piante. Le grandi aziende si sono adeguate integrando nella produzione dispositivi predisposti per essere connessi (ad esempio è ora possibile avere una casa smart solo sostituendo gli interruttori tradizionali dell’impianto elettrico), mentre le app di controllo sono disponibili su App Store e Google Play. Le tecnologie di connessione più diffuse sono Bluetooth e Zigbee, ma si utilizzano anche Insteon e Z-Wave.
La domotica per i cittadini
La vita nell’ambiente domestico deve essere sicura ad ogni età, anche quando -per una malattia o per l’avanzare del tempo -, si affronta una diminuzione di autonomia, temporanea o definitiva. Nell’ottica di un invecchiamento attivo, il programma europeo Jade si ripromette di individuare gli strumenti più adatti di intelligenza ambientale: i servizi di vita indipendente e di teleterapia. In un’ottica domotica i ricercatori hanno analizzato le tecnologie assistenziali per assicurare agli over uno stile di vita intelligente (smart living) che promuova tra gli altri la teleassistenza. Quest’ultima è inserita, peraltro, nella missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Sicurezza da vip: la panic room
Da qualche tempo, oltreoceano è di moda costruire all’interno delle abitazioni stanze di sicurezza blindate note come “panic room”. Si tratta di rifugi a prova di attacchi armati e intrusioni, molto richiesti tra le celebrità, vere e proprie “cassette di sicurezza” a misura d’uomo dove rifugiarsi in caso di pericolo. Le pareti nascondono un’anima d’acciaio e le finestre sono realizzate con più strati di vetro a prova di sfondamento e di proiettili. Un’esagerazione? Sembra anche che sia di rigore corredarle con un armadio pieno di armi, in puro stile Far West, non si sa mai.
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