Carta e penna. Mai più senza. Perché ricordare diventa più facile se si usano i vecchi sistemi di scrittura. Vale dalla lista della spesa all’elenco delle cose da fare, dalle istruzioni per l’uso di qualche dispositivo agli appunti di una lezione di storia. Il movimento della mano, infatti, stimola parti del cervello coinvolte nella memoria. Non avviene lo stesso quando si digitano le lettere su una tastiera del computer o sullo schermo di un telefonino.
A tutti gli anziani, e sono tanti, che hanno finalmente preso confidenza con le tecnologie digitali viene quindi suggerito, almeno in questo caso, di fare dietrofront: per stimolare la memoria è meglio riprendere in mano la cara vecchia biro, piuttosto che utilizzare il blocchetto delle note sullo smartphone.
Studiare i giovani per conoscere cosa accade a tutte le età
Il consiglio arriva da uno studio dell’Università di Tokyo che è stato condotto su un gruppo di studenti universitari, ragazzi nel pieno delle capacità cognitive, giovani tra i 18 e i 24 anni di età che per ragioni anagrafiche non dovrebbero avere difficoltà a trattenere a lungo le informazioni.
Ed è proprio studiando come funziona la memoria nei giovani che si possono avere indicazioni universali valide per tutte le età. I ragazzi sono il campione ideale per osservare come funziona il cervello perché mancano gli altri fattori che potrebbero compromettere i risultati, come il deterioramento cognitivo legato all’età. Come a dire, i meccanismi della memoria vanno studiati quando la memoria non vacilla.
L’esperimento
48 volontari hanno assistito a un dialogo tra due persone che facevano programmi per il futuro, nominando una serie di appuntamenti pianificati per i due mesi successivi. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: i ragazzi del primo gruppo avevano preso appunti a penna su un foglio di carta, quelli del secondo gruppo su uno smartphone. Dopo un’ora, durante la quale gli studenti sono stati distratti con altre attività, la loro memoria è stata messa alla prova. Tutti i volontari hanno dovuto rispondere a domande specifiche sulle attività dei due protagonisti del dialogo: quale fosse la data di un determinato appuntamento, cosa avessero in programma per quel dato giorno, quale impegno fosse stabilito prima di un altro, ecc… Mentre rispondevano alle domande i ragazzi venivano sottoposti a una speciale analisi con la risonanza magnetica funzionale, una tecnica diagnostica che consente di osservare quali aree del cervello vengono attivate in determinate circostanze.
I risultati finali dimostrano la superiorità dell’analogico sul digitale. Gli studenti muniti di carta e penna hanno risposto correttamente a un numero superiore di domande. E dalle analisi della risonanza magnetica è emerso che la scrittura manuale attivava aree del cervello, come l’ippocampo, che hanno un ruolo chiave nella memoria che non venivano stimolate dalla digitazione.
La mano che “dà una mano” alla memoria
Insomma, prendere appunti alla vecchia maniera resta il sistema più efficace per trattenere le informazioni. Un buon esercizio quindi per mantenere in forma il cervello è quello di prendere in mano una penna o una matita iniziare a scrivere, scrivere e scrivere… Cosa? La lista delle cose da fare ogni giorno, per esempio, oppure gli obiettivi che si vogliono raggiungere a breve termine.
Se c’è qualcosa di particolarmente importante da ricordare, più volte la si scrive e meglio è. Anche prendere appunti di una lezione di storia o di arte o di letteratura ascoltata su un podcast è molto utile. Anzi, è forse uno degli esercizi più consigliati. Perché quando si scrive, non potendo annotare tutte le parole che si ascoltano, si è costretti a fare una selezione dei concetti più importanti e a riportarli con parole proprie, un’operazione molto efficace per tenere in allenamento il cervello. Chi prende appunti digitando su un computer solitamente riporta tutto quel che ascolta senza scegliere o personalizzare le informazioni.
In conclusione, nell’era digitale vale la pena avere sempre con sé un blocco e una penna. Il telefonino non basta.
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