Gli italiani stanno limitando i consumi di energia elettrica. È quanto emerge dagli ultimi dati diffusi da Terna, società che gestisce la rete di trasmissione nazionale.
Nel mese di ottobre la domanda complessiva di elettricità del Paese è stata di 24,6 miliardi di chilowattora, un valore più basso del 6,6% rispetto allo stesso mese del 2021. Una riduzione importante, soprattutto se si confronta con la richiesta nazionale di energia elettrica dei primi dieci mesi di quest’anno, che è cresciuta dello 0,5% rispetto al 2021.
L’incidenza delle temperature sopra la media
Se è vero che le temperature di ottobre, oltre la media stagionale, hanno certamente inciso sulla contrazione dei consumi, il dato della domanda risulta in calo come conseguenza del caro energia. La diminuzione è più accentuata al Nord, dove il calo tocca il 7,1%, mentre al Centro si ferma al 6,7% e al Sud e nelle isole al 5,3%.
La domanda nazionale di energia elettrica risulta essere stata soddisfatta per l’85,7% dalla produzione italiana e per il restante 14,3% dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
Le fonti rinnovabili contro il caro energia
Il dato positivo è che l’aumento delle temperature nel periodo considerato ha inciso sulla produzione di energia alternativa da fonti rinnovabili, che hanno prodotto il 28% dell’intero fabbisogno.
In particolare il fotovoltaico ha registrato un aumento del 17,6%, al contrario di eolico, idrico e geotermico che hanno subito un calo rispettivamente del 35,9%, del 36,8% e del 3,2%. La produzione è quindi derivata dai pannelli solari per il 30,4%, dall’acqua per il 26%, dal vento per il 15,4%, dalle biomasse per il 21% e dal bio-termico per il 6,6%.
Considerandole nell’insieme, le rinnovabili registrano un incremento della capacità che in Italia supera i 2350 megawatt, per una crescita pari al 143% rispetto al 2021.
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