Il nuovo Presidente nazionale 50&Più rivela gli obiettivi da raggiungere nei prossimi cinque anni del suo mandato, fermamente convinto che per invecchiare bene sia importante instaurare buoni rapporti umani, avere cura di sé e non smettere mai di imparare
Da una vita sulla cresta dell’onda, Carlo Sangalli è figura di spicco nel panorama imprenditoriale italiano. All’impegno politico come deputato del Parlamento, dal 1968 al 1992, ha affiancato quello sindacale, assumendo la Presidenza di Confcommercio Imprese per l’Italia nel 2006 – carica alla quale è stato riconfermato per acclamazione nel 2010 e 2015 – e la presidenza di Infocamere e Unioncamere.
Attualmente è presidente di turno di Rete Imprese Italia. Ma Carluccio, come ama farsi chiamare dagli amici, padre di quattro figli e nonno di 12 nipoti, oltre al lavoro ha un’altra grande passione, quella per il calcio, e dentro il suo petto batte, da sempre, un cuore rossonero. Lo incontriamo per farci raccontare il nuovo percorso che ha intrapreso alla guida dell’Associazione 50&Più, al cui vertice è stato eletto nel luglio scorso.
Presidente Sangalli, cosa l’ha spinta a raccogliere questa nuova sfida?
Ho accettato di candidarmi da Presidente Confederale, concorrendo prima a Milano e poi al Nazionale di 50&Più, per una ragione molto semplice: dare un segnale forte dell’interesse e della rilevanza che 50&Più svolge nel sistema associativo di Confcommercio. Una rilevanza che è particolarmente strategica in questo momento storico, per la demografia della popolazione italiana, ma anche perché è cambiato culturalmente l’approccio: rispetto al passato, la vita delle persone non è diventata solo più lunga, è diventata più ampia. Così, 50&Più è importante per quello che fa, ma anche per l’idea che rappresenta: aggiungere – come diciamo da sempre – anni alla vita e vita agli anni.
Il progressivo innalzamento dell’età, correlato ad un tasso di natalità sempre più basso, è un fenomeno globale. Secondo la sua esperienza, quali dovrebbero essere le linee guida volte a sviluppare politiche che favoriscano l’invecchiamento attivo e migliorare la qualità della vita delle persone?
Secondo me la “vitamina C” della qualità della vita delle persone ha oggi tre aspetti: Cura, Competenza e Comunità. Cura perché il welfare di qualità sarà uno dei grandi temi a fare la differenza tra un Paese “avanzato” e un Paese dove si vive bene. Competenza, perché la formazione come percorso che accompagna tutta la vita, sposta sempre un po’ più in là l’orizzonte dell’inedia, di quel senso di non utilità che fa invecchiare, prima e male. Infine, comunità, perché, come dicevo, il senso di appartenenza e le relazioni umane rendono la vita degna di essere vissuta.
Non appena insediato, disse: “Il futuro, prima che un tempo verbale, è un modo di essere. Chi sa sognare non invecchia e, anche quando finisce l’impegno lavorativo, è possibile continuare a crescere e a far crescere gli altri”. Cosa rende davvero vitali le persone, a prescindere dall’età?
Per rispondere, porto un esempio, quello di un uomo che peraltro 50&Più conosce benissimo: il Presidente Onorario Giorgio Re, un centenario che ha molto da insegnare in quanto a vitalità. Ecco, guardando Giorgio, credo che il segreto della vitalità stia nell’amore per quello che si fa, con tutte le conseguenze che ne derivano, come la generosità e la voglia di spendersi sempre. Nessun uomo è un’isola titolava un grande evento di 50&Più di qualche anno fa: ecco, io credo che quello che mantiene vitali sia il gioco di squadra, siano le persone che abbiamo intorno.
La vita associativa di 50&Più è caratterizzata da numerosi eventi che investono diversi settori, dallo sport alla cultura al tempo libero. Quale, tra le manifestazioni nazionali, l’appassiona di più?
Tra le mie prime occasioni pubbliche come Presidente di 50&Più ho avuto la possibilità di vedere e partecipare dal vivo l’inizio della 26a edizione delle nostre Olimpiadi, a Marina di Pisticci. È stata un’esperienza entusiasmante, vissuta con oltre 1.000 partecipanti, una macchina organizzativa formidabile e un senso di appartenenza che si poteva quasi toccare con mano. Lo sport, poi, è un tema che mi è sempre molto caro e che riesce a coinvolgere e a trasmettere messaggi forti in ogni momento della vita. La sensazione è, tuttavia, che ci sia ancora moltissimo da scoprire con l’andare di questo mandato, e non vedo l’ora di farlo.
Quali sono gli obiettivi che si propone di raggiungere nel quinquennio della sua presidenza a 50&Più?
Credo che sul futuro di 50&Più sia giusto e importante sviluppare la riflessione collettiva appena iniziata con i Vice Presidenti e gli Organi, proprio nella convinzione che, se non si gioca in squadra, i piani alla fine rimangono sulle lavagnette. Da parte mia, credo comunque che per 50&Più siano strategici, da una parte, la connessione salda con il sistema Confcommercio e, dall’altra, il presidio del tema complesso e complessivo della silver economy, anche per indirizzare, nelle loro analisi e nelle loro decisioni, i corpi intermedi e soprattutto la politica e le amministrazioni, centrali e locali, affinché vengano trattate questioni riguardanti la vita delle persone anziane.
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