Pelle secca, unghie fragili, perdita dei capelli e problemi dentali possono essere sintomo di una carenza di calcio. Uno squilibrio che, a livelli importanti, può anche portare a deficit tiroidei, epatici e renali, oltre che a dolori muscolo-scheletrici, crampi, debolezza e in casi più gravi osteoporosi.
Per l’insorgenza di questa patologia metabolica che provoca una perdita di massa ossea, la carenza di calcio è da sempre considerata una delle cause principali. La dose di calcio quotidiana raccomandata per le donne in menopausa dovrebbe essere pari a circa 1.200/1.500 mg perché un’adeguata calcemia, ossia una giusta concentrazione di calcio nel sangue, è essenziale per un corretto metabolismo osseo.
Il calcio
Il calcio è il minerale più presente nel corpo umano e ha la capacità di legarsi con il fosforo formando cristalli di idrossiapatiti, ossia la struttura cristallina che costituisce ossa e denti. Il 99% del calcio presente nell’organismo ha questa funzione, il restante 1% è in forma ionizzata e ha un ruolo fondamentale nella trasmissione degli impulsi nervosi, nell’attivazione enzimatica e nella coagulazione sanguigna. Inoltre, è essenziale per il corretto funzionamento nei processi di contrazione della muscolatura e del miocardio.
Il ruolo della vitamina D
La calcemia viene regolata da tre fattori ormonali: il paratormone, la calcitonina e la vitamina D. I primi due formano il sistema calciostatico che mantiene il livello di calcio costante (pari a circa 10 mg), mentre la vitamina D ha il compito di regolare l’assorbimento del calcio a livello intestinale.
Calcio e vitamina D devono pertanto operare insieme per il corretto mantenimento della mineralizzazione delle ossa e la prevenzione dell’osteoporosi: una carenza di vitamina D riduce infatti l’assorbimento del calcio.
L’osteoporosi
In Italia si stima che circa 5 milioni di persone soffrano di osteoporosi, in prevalenza donne in menopausa. Il paziente che ne soffre mostra ossa fragili e facilmente soggette a lesioni e fratture. Fra le cause, oltre alla carenza di calcio, possono esserci alterazioni ormonali legati a malattie infiammatorie croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn, colite ulcerosa), anoressia, ipertiroidismo, periodi prolungati di amenorrea, ma anche fattori genetici come la familiarità e l’età avanzata. Anche l’uso di farmaci come corticosteroidi, anticoagulanti e antiepilettici, può influenzarne l’insorgenza (e in questo caso si parla di osteoporosi secondaria) come risultato di altre patologie e di trattamenti farmacologici.
Fare prevenzione
Per mantenere la massa ossea il più a lungo possibile, è importante evitare di consumare eccessive quantità di sodio che, oltre a favorire l’ipertensione, aumenta l’espulsione renale del calcio dal circolo sanguigno, ma anche di fosforo, cercando di non associare cibi che ne sono ricchi come alcuni tipi di pescato con quelli ricchi di calcio come latte e derivati.
Non bisogna nemmeno eccedere con le proteine, né con le fibre che, pur fondamentali per il corretto funzionamento intestinale, se consumate in quantità troppo alte possono ostacolare l’assorbimento dei nutrienti. Attenzione anche allo zucchero, all’alcol, alla caffeina.
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