Una figura fondamentale che spesso rimane discretamente nell’ombra, che si organizza in autonomia per riuscire ad assistere i propri cari non più autonomi. Una figura che vive un carico emotivo e psicofisico molto importante che, inevitabilmente, impatta su tutte le dimensioni della vita.
Sono più di 7 milioni, in Italia, le persone impiegate nel caregiving informale, ovvero a favore dei propri familiari. Lo rivelano i dati pubblicati dall’ISTAT nel 2018. Costituirebbero il 15% della popolazione. La maggior parte ha più di 50 anni, uno su cinque più di 60.
Un’indagine capillare della Commissione Europea
Nell’ultimo anno le difficoltà di queste persone sono inevitabilmente aumentate. É quanto emerge dallo studio condotto da Eurocarers e svolto in collaborazione con il Centro Ricerche Economico-Sociali per l’Invecchiamento dell’IRCCS INRCA di Ancona. Un lavoro finanziato dalla Commissione Europea, che ha analizzato l’impatto del Covid-19 sui caregivers informali in Europa.
Un’indagine imponente: circa 2.500 caregivers informali, provenienti da 16 Paesi, hanno risposto a dei questionari, documentando l’impatto della pandemia su vari aspetti della loro vita quotidiana. Allo stesso tempo, lo studio è servito per raccogliere le loro opinioni e raccomandazioni sui modi per sostenerli al meglio in questo periodo.
La parola dei caregivers informali
Dai risultati emerge come la pandemia abbia inasprito aspetti e problemi già esistenti, ponendo anche nuove sfide. Anzitutto un dato di genere: prevale la popolazione femminile (circa l’80% degli intervistati) e questo evidenza una ineguale distribuzione di responsabilità tra uomini e donne. Sono proprio queste ultime, infatti, ad aver evidenziato un peggioramento della qualità della vita.
Molti caregivers, inoltre, hanno bisogno di affrontare problemi relazionali e psicologici, ma allo stesso tempo manifestano la difficoltà di trovare servizi sociali adeguati. Sensazione crescente di stanchezza e di esaurimento emotivo, ansia e depressione, disturbi del sonno e gastro-intestinali: sono solo alcune delle problematiche alle quali va incontro chi si prende cura a lungo termine di persone disabili e affette da patologie croniche o degenerative.
Caregivers informali, una figura invisibile
Quello svolto dal caregiver familiare è un lavoro di cura molto oneroso. In Italia, però, questa figura, non viene giuridicamente riconosciuta né tutelata. Perché è invisibile e, purtroppo, spesso considerata irrilevante.
A fine 2020, la Legge di Bilancio 2021 ha istituito un nuovo Fondo per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare. Sono stati previsti 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021-2023.
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