In occasione del Congresso Nazionale del Notariato, presentata una proposta per valorizzare questa figura centrale per le famiglie fragili e il welfare. Tre i punti principali: modifica alle norme del “dopo di noi”; riforma della successione legittima, riconoscimento giuridico del caregiver.
Anche i notai a sostegno della tutela dei caregiver. Nel corso dell’ultimo Congresso Nazionale del Notariato che si è tenuto a Roma lo scorso 4 novembre, l’argomento è stato al centro di un dibattito al quale ha partecipato, fra gli altri, anche il neo Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli.
“In Italia, i caregiver familiari sono circa tre milioni ma l’ordinamento italiano non prevede alcuna tutela giuridica che possa offrire garanzie in materia di pensione assistenziale, indennità o malattia – spiega il Consiglio Nazionale del Notariato in un comunicato stampa sull’iniziativa -, né tanto meno assicurare una qualità della vita pari a chi non si occupa a tempo pieno di una persona con disabilità”.
Il confronto è stata l’occasione per presentare una proposta a sostegno della centralità del caregiver per le famiglie vulnerabili e per il sistema di welfare. “Come previsto, fra l’altro, dalle Nazioni Unite – si legge nel comunicato stampa del Consiglio Nazionale del Notariato – che hanno condannato nel mese di ottobre l’Italia perché non ha riconosciuto lo status sociale di queste figure e i loro diritti”.
Tre i punti focali della proposta dei notai: riforma della legittima e modifica al “dopo di noi”, riconoscimento giuridico dei caregiver. Vediamoli nel dettaglio.
La modifica alla normativa “dopo di noi”
Prevedere che un genitore possa disporre per testamento o compiere una donazione a favore di un figlio affetto da disabilità, senza che questo lascito o questa donazione possano essere impugnati da altri figli. Questo attraverso una modifica alla normativa sul “dopo di noi”, che offre alle famiglie che convivono con la disabilità degli strumenti per poter organizzare la vita dei figli fragili. Il Consiglio Nazionale del Notariato propone così una deroga alla disciplina della successione cosiddetta “legittima”. Ovvero quando, in assenza totale o parziale di testamento, la successione è regolata dalla legge, che assegna i beni in primo luogo al coniuge superstite e ai figli; in mancanza di questi, a fratelli, sorelle, ascendenti.
“La riforma – spiega il Consiglio Nazionale del Notariato – consentirebbe, nell’ambito dei rapporti familiari, di dare maggiore rilevanza alle esigenze di cura della persona rispetto alle esigenze di “equilibrio” nel trattamento successorio dei legittimari”.
La riforma della successione
Per i notai è necessaria anche un’ulteriore riforma delle norme del Codice Civile che regolano la successione. Questo per consentire ai familiari di una persona con disabilità grave di disporre per testamento in suo favore, prevedendo che alla sua morte i suoi beni siano destinati alle persone o agli enti che se ne sono presi cura. “La riforma metterebbe al centro l’esigenza del soggetto disabile – spiega il Notariato – di avere un patrimonio proprio senza lasciare che, alla sua morte, quello stesso patrimonio si devolva a persone che potrebbero non avere avuto alcun rapporto di cura con lui. E, al contrario, ‘premiando’ coloro che questo rapporto avranno avuto”.
Il riconoscimento giuridico della figura del caregiver
Terzo punto focale della proposta del Notariato è infine il riconoscimento giuridico della figura del caregiver. “La qualifica di caregiver dovrebbe sempre essere riconosciuta da parte di un magistrato – spiegano ancora i notai -, ma una volta attribuita consentirebbe di trattare normativamente il caregiver in base a regole analoghe a quelle oggi previste per un amministratore di sostegno o ai genitori dei figli minorenni o ai tutori delle persone interdette”.
Una novità legislativa che avrebbe un impatto importante soprattutto sulle famiglie con soggetti disabili minorenni. L’attuale normativa, infatti, prevede che, al compimento della maggiore età, i genitori perdono automaticamente la funzione di amministrazione e di rappresentanza legale del figlio. Dunque, occorre che uno dei genitori si faccia nominare amministratore di sostegno del figlio. Si tratta – osservano i notai – di una “procedura piuttosto lenta e anche umiliante, che richiede esame della persona in udienza davanti al giudice e esibizione di documentazione medica; in certi casi anche di prove testimoniali circa la capacità della persona”.
Invece, si potrebbe conferire al genitore anche la qualifica di caregiver. In questo modo, alla maggiore età del figlio fragile, “quel genitore potrebbe proseguire nell’esercizio delle stesse facoltà, non più in quanto genitore ma in quanto caregiver, senza bisogno di ulteriori procedure e senza soluzione di continuità”. Un’alternativa potrebbe anche essere la nomina di un diverso amministratore di sostegno scelto dal giudice in presenza di gravi motivi.
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