Aumentano di anno in anno i sindaci che scelgono di vietare l’uso di petardi e razzi all’approssimarsi delle festività natalizie. L’elenco comprende ormai città grandi e piccole. Roma, Napoli, Palermo, Treviso – ad esempio – possono vantare questo tipo di approccio al problema. Dal canto loro, ogni anno le Forze dell’Ordine proseguono il loro impegno nel sequestrare e distruggere tonnellate di botti illegali, pronti a raggiungere il mercato privato.
Le ragioni del divieto sono diverse. Si va dalla tutela dei monumenti e della salute pubblica – quest’anno è più che mai necessario limitare il carico di lavoro negli ospedali – alla difesa del benessere degli animali cittadini, domestici e selvatici. Ogni fine d’anno, infatti, la fauna di ville e parchi cittadini, spaventata dal rumore e dalle luci improvvise, fugge disorientata. E non è raro che piccoli animali in preda al panico finiscano contro un muro, un cavo elettrico o sotto un’auto.
Udito e olfatto fanno la differenza a Capodanno
La paura, generata dai rumori forti e improvvisi, è dovuta in particolare alla loro soglia uditiva. L’udito umano, infatti, ha una percezione massima di 20.000 hertz. Cani e gatti, a paragone, dimostrano facoltà uditive di gran lunga superiori.
Il cane raggiunge i 60.000 hertz, il gatto addirittura i 70.000. Ma anche la componente olfattiva gioca un ruolo importante. I nostri amici a quattro zampe percepiscono gli odori ad una concentrazione un milione di volte inferiore alla nostra e ad una distanza inimmaginabile. È facile allora comprendere quanta ansia possa generare lo scoppio simultaneo di migliaia di petardi e fuochi d’artificio.
Come riconoscere i sintomi della paura nei nostri animali e intervenire
Una situazione che possiamo riscontrare nei nostri amici domestici. «Durante i botti – spiega Meir Levy, veterinario dell’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali – gli animali vivono un momento drammatico. Notiamo i cambiamenti fisici: iperventilazione, tachicardia e – a volte – ipersalivazione e tremori».
Cani e gatti insomma si sentono intrappolati, circondati da scoppi di rumori assordanti e lampi improvvisi. Non sapendo come sfuggire alla minaccia iniziano a provare ansia. A San Silvestro dunque seguiamo alcuni importanti accorgimenti.
A tal proposito, la cinofila Giusy D’Angelo fornisce alcuni consigli. Anzitutto assicuriamoci che nessuno, cane o gatto, sia lasciato all’aperto. A titolo di scrupolo, verifichiamo anche che microchip e medaglietta siano leggibili in caso di fuga. Il miglior rifugio è una stanza familiare, dove nascondersi sotto una coperta o nella cuccia. Per aumentare la tranquillità lasciamo oggetti con tracce olfattive rassicuranti o interessanti. E magari avvolgiamo il nostro animale nel suo cappottino preferito.
Manteniamo bassa la voce e interveniamo in caso di attacco di panico
Non sembra, ma in questi casi anche la voce è importante. Evitiamo toni allarmistici o acuti. Gli animali percepiscono infatti il nostro livello di ansia e di paura. Piuttosto adoperiamo una corretta cadenza in grado di indurre una respirazione regolare e decelerare i battiti cardiaci.
Se ci accorgiamo poi che il nostro animale è prossimo ad un attacco di panico, restiamogli accanto. Spegniamo le luci, anche quelle della televisione, ed eliminiamo tutti i rumori. Ma soprattutto, se pensiamo che possa accadere, chiamiamo in anticipo il nostro veterinario. Sarà lui a suggerirci un eventuale rimedio da tenere a portata di mano.
Sul sito Enpa è reperibile un breve e simpatico video che riassume alcuni degli accorgimenti che abbiamo visto sin qui. Perché sia un San Silvestro sereno per tutti.
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